Vai al contenuto

Vaccini, Zaia insiste: vuole comprarne 27 milioni di dosi “solo per i Veneti”, il rischio “falsi”

18/02/2021 10:48 - Aggiornamento 18/02/2021 10:51

Vaccini Covid Zaia, ci risiamo. Nonostante il nuovo governo abbia deciso un cambio di passo sulle vaccinazioni, condiviso dalla Lega (partito in cui milita Zaia), il governatore veneto tira dritto e insiste sulla possibilità per la sua regione di acquisire in proprio dosi del siero Pfizer per garantire l’efficienza della campagna. Questo in contrasto con le linee guida e degli sforzi Ue e, appunto, del governo italiano. Tanto più che si parla di un’imminente produzione dei vaccini anche sul nostro territorio nazionale. Ecco cosa ha detto Luca Zaia stamattina a Radio24.

Vaccini Covid Zaia

Vaccini Covid Zaia: “Io mi devo occupare della salute dei Veneti, ho sentito Arcuri, Pfizer deve dirci se si può comprare sul mercato parallelo o no”

“In questo momento il mio dirigente mi dice che abbiamo due situazioni per le quali è già stata presentata una bozza di accordo per 12 milioni di dosi per una realtà e 15 milioni per l’altra, in totale 27 milioni di dosi e il vaccino in questione è Pfizer”. Così Zaia questa mattina a Radio 24. Prosegue poi il governatore veneto: “Io ho l’obbligo di verificare se mi arriva un’offerta scritta perché nessuno mi deve contestare fra un anno che c’erano i vaccini”.

“Mi devo occupare della salute dei veneti, ho l’obbligo di fare la verifica”, afferma Zaia. “Io ho un impegno anche di natura etica e trovo scontato che un presidente se ne occupi, per me è un dovere preservare la salute dei veneti”. Poi un’altra stoccata alla gestione centralista dell’emergenza sanitaria: “Quando sono andato a comprare i respiratori, se non li avessi comprati e atteso quelli ufficiali, i miei cittadini sarebbero morti”.

Zaia però dice che tutto sta avvenendo mantenendo i contatti con Aifa e il commissario straordinario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri. “E’ necessaria una valutazione di un ente terzo. Prova ne è che il 3 febbraio, ancor prima di avere queste carte in mano, abbiamo chiesto la collaborazione ad Aifa e non ci ha risposto. Ci ha risposto questa settimana di andare da Arcuri”. Zaia specifica poi che “il dottor Arcuri ci ha detto giustamente di farci dare il numero dei lotti per verificarli con la casa madre se esistono e se stiamo parlando di vaccini o di acqua distillata”.

Poi spiega che la struttura della Regione Veneto sta “attendendo una risposta dei due intermediari che ci diano i codici perché comunque si parla con i codici”. Quindi ha sottolineato: “Pfizer deve dichiarare se sul mercato parallelo si può comprare o no. Se sono vaccini o no. Immagino che se Pfizer dice che trattano solo con i governi e non con le regioni, dica la verità. Pfizer e ad altre aziende dovrebbero dichiarare che tutto quello che è su mercato parallelo – rappresentato da agenti di commercio, da concessionari, da licenziatari che offrono vaccini – non si deve comprare perché sono dei falsi. Basterebbe questa dichiarazione e noi chiuderemmo la cartellina e finisce lì”.

“Ci devono garantire che non siano falsi, scene già viste con le mascherine durante la prima ondata”

“Siccome queste scene le ho già viste con i dispositivi di protezione individuale nella prima fase del Covid e con i respiratori –  prosegue Zaia a Radio24 – oggi servono grandi dichiarazioni. Ci devono dire se è buona o no quest’offerta. Comprando i respiratori, alla fine i cittadini noi li abbiamo salvati comprandoli proprio dagli intermediari. Alla fin fine non ci costa nulla capire se è vero oppure no”.

“So che Pfizer è una multinazionale serissima. Però so anche che Israele ha già vaccinato, riuscendo a recuperare 30 milioni di dosi. So anche che la Gran Bretagna ha già vaccinato 15 milioni di cittadini e non si straccia le vesti dicendo che mancano i vaccini. E come se noi paragonassimo la Pfizer alla Fiat: non tutti vanno a comprarsi l’auto a Torino nella fabbrica in cui la fanno ma ci sono le concessionarie”, sottolinea il governatore veneto.

“Immagino – prosegue – che l’azienda madre a un certo punto perda anche il controllo di questo giro di materiale che esce dalla sua fabbrica. Io sono il primo a dire che noi abbiamo tutto l’interesse affinché ci dicano se questa offerta è buona o non è buona. Siccome alcuni interlocutori sono anche fornitori della Regione, e non ci hanno mai mandato scatoloni vuoti, è ovvio che ci poniamo qualche questione”. >> Tutte le notizie sul Coronavirus

Continua a leggere su UrbanPost