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Covid, Perno: «I bambini ora bersagli preferiti del virus, vaccinarli è efficace e sicuro»

30/11/2021 13:48

Se l’Aifa si pronuncerà questa settimana sul vaccino Covid per bambini, “le prime somministrazioni ci saranno a partire dal 23 dicembre perché per quella data saranno disponibili le formulazioni pediatriche”. L’annuncio è arrivato dal coordinatore del Comitato tecnico Scientifico Franco Locatelli. L’Ema, lo ricordiamo, ha già approvato il vaccino anti-Covid Pfizer/BioNTech per la fascia di età 5-11 anni e in Italia. E il dibattito sull’immunizzazione nei più piccoli è più che mai aperto, vivo: Andrea Crisanti, il microbiologo dell’università di Padova si è detto “attendista”. «Dico solo che non c’è fretta. Fra due mesi, quando avremo i dati di Israele dove sono partiti a tamburo battente con la campagna pediatrica, potremo concludere che questi vaccini sono sicuri». Chi non ha dubbi è il professor Carlo Federico Perno. Il responsabile dell’Unità Operativa di Microbiologia e Diagnostica di Immunologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e Professore di Microbiologia all’Unicamillus University ha rilasciato un’intervista all’«HuffPost».

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Perno: «I bambini ora bersagli preferiti del virus, vaccinarli è efficace e sicuro»

«Da quello che abbiamo osservato fino ad ora il vaccino è efficace e i suoi rischi sono molto contenuti. Al momento non ci sono evidenze di tossicità nelle fasce d’età più giovani. Su 3mila bambini su cui è stato studiato questo vaccino, nessuno ha avuto effetti collaterali gravi, al di là del classico rossore in sede di iniezione. Inoltre, abbiamo dati solidi sulla vaccinazione dai 12 ai 18 anni. Ho difficoltà a ritenere che nella fascia 5-11 anni il farmaco si potrà comportare diversamente», ha esordito il professor Perno. Nell’intervista concessa ad Adalgisa Marocco sull’«HuffPost» l’esperto ha fatto una fotografia della situazione epidemiologica: «I bambini, insieme a non vaccinati adulti e fragili, sono gli attuali bersagli preferiti del virus. In Italia, al momento, non c’è un grave aumento ma il contagio è costante, così come i ricoveri negli ospedali pediatrici».

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Vaccini Covid bambini, quali sono i timori dei genitori

Il timore per i più piccoli è anche lo strascico lasciato dal Coronavirus. I numeri dicono che un bambino su 7, in seguito all’infezione da SARS-CoV-2, rischia di avere a che fare con il Long Covid. «E una quota significativa di questi bambini può sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C), una condizione rara che colpisce diversi organi. La MIS-C non si sviluppa subito, ma da due a sei settimane dall’infezione da Covid. Tra i sintomi ci sono la febbre elevata, disturbi gastrointestinali (dolore addominale, nausea e vomito), sofferenza miocardica con insufficienza cardiaca, ipotensione e shock, alterazioni neurologiche. Si tratta di un esito molto grave», ha detto il professor Perno. Da qui l’invito dell’esperto a vaccinare i bambini 5-11 anni: «Bisogna ricordare che proprio grazie ai vaccini non esistono più malattie come la poliomielite e il vaiolo, e il morbillo è ormai ridotto a numeri piccolissimi. Ricordo che quando ero piccolo, solo nella mia classe, c’erano tre bambini che avevano riportato esiti nefasti della polio a causa della mancata vaccinazione: oggi come ieri i nostri figli vanno protetti», ha dichiarato l’esperto.

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Vaccini Covid bambini: cosa dice lo studio

Sulla possibilità dello sviluppo di una miocardite a seguito del vaccino, tra le più grandi paure dei genitori, si è espressa la dottoressa Elena Bozzola. Il Segretario Nazionale della Società Italiana di Pediatria, «Vanity Fair», ha affermato: «La nota positiva è che per quanto riguarda la fascia pediatrica, dai 5 anni in su, sui 2mila bambini che hanno partecipato alla sperimentazione, più i 3 milioni di bambini americani che hanno già ricevuto il vaccino e i 600 bambini in Israele,  allo stato attuale non è stato riportato alcun caso di miocardite. Gli effetti collaterali limitati sono dovuti anche al fatto che la dose prevista per i bambini è ridotta, è di 10 microgrammi, e quindi un terzo della dose prevista per adulti e adolescenti. L’obiettivo è infatti quello di dare la massima protezione anticorpale con la minima dose di antigene, ovvero di quella sostanza che stimola la risposta immunitaria». Leggi anche l’articolo —> Vaccino Pfizer nei bambini 5-11 anni: efficacia, effetti collaterali e sicurezza

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