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Vaccino Covid, il piano di distribuzione cambia dopo gli annunci dei ritardi e tagli: ecco come

25/01/2021 11:12 - Aggiornamento 25/01/2021 11:17

Vaccino Covid Italia piano distribuzione cambia, ecco come. – Lunedì 25 gennaio 2021. Dopo le riduzioni di dosi comunicate da Pfizer e da Astrazeneca, la decisione di rimandare le somministrazioni agli over 80. A spiegare questa scelta il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, ospite a “Domenica In” su Rai 1. «Le riduzioni faranno slittare di circa quattro settimane i tempi previsti per la vaccinazione per il Covid degli over 80 e di circa 6-8 settimane per il resto della popolazione», ha detto il 48enne romano nel salotto di Mara Venier. La mappa del piano vaccinale dunque cambia: «Le dosi a disposizione saranno utilizzate anzitutto per effettuare il richiamo nei tempi previsti a coloro che hanno già ricevuto la prima somministrazione. Cioè soprattutto per gli operatori sanitari. Tra due settimane, se tutto va bene, avremo un mercato con i tre vaccini. Il che significa riprendere con maggior forza, completare la vaccinazione per i medici e gli infermieri e cominciare con gli over 80. Questo tipo di rallentamento coinvolge tutta l’Europa e buona parte del mondo, ma confido che il ritardo possa essere colmato più avanti», ha spiegato Sileri.

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Vaccino Covid Italia, la distribuzione come cambia dopo annunci ritardi e tagli

Sulle riduzioni di dosi comunicate da Pfizer e Astrazeneca si è espresso con fermezza anche il commissario straordinario all’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri: «Stanno trattando i 27 Paesi europei come dei poveracci». A ‘Live non è la D’Urso’ Arcuri ha detto: «Togliamoci dalla testa che l’Italia è più poveraccia degli altri Paesi perché così non è. L’Italia ha un problema in più. Fino qualche giorno fa era il paese d’Europa che aveva fatto più vaccini. Quindi se costoro tolgono i vaccini al Paese che non ha ancora iniziato la campagna o la fa lentamente, non gli fanno lo stesso danno che hanno fatto a noi che avevamo iniziato una campagna molto massiccia».

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Se autorizzati, l’Italia potrà contare su 26,92 milioni di dosi Johnson&Johnson; 40,38 milioni Sanofi; CureVac 30,28 milioni

Qual è la situazione al momento nel nostro paese? L’Italia ha opzionato inizialmente 202 milioni di dosi, divenute poi circa 226 milioni, fino ad arrivare a 250 milioni. Il paese, come spiega “SkyTg24”, lo ha fatto esercitando sempre il diritto di opzione previsto dagli accordi europei, che prevede di bloccare per ogni contratto siglato dall’Unione il 13,46% di vaccini. Il piano illustrato alla Camera dal ministro della Salute, Roberto Speranza, lo scorso 13 gennaio, deve però oggi fare i conti con una realtà ben diversa. Sono 1.379.124 le somministrazioni effettuate finora in Italia.

100.863 hanno riguardato la seconda dose, quella di “richiamo”, pari al 7,3% del totale delle somministrazioni. Visti i tagli e ritardi si parla di uno slittamento di 4 settimane per gli over 80 e 6-8 per il resto della popolazione. L’impegno prioritario resta quello di vaccinare entro marzo tutti gli operatori sanitari e sociosanitari, ospiti e personale delle Rsa, over 80 e pazienti fragili, oncologici, cardiologici e ematologici. Parliamo di quasi 7 milioni di Italiani. Non soltanto Pfizer e AstraZeneca: se autorizzati, l’Italia potrà contare su 26,92 milioni di dosi Johnson&Johnson; 40,38 milioni Sanofi; con CureVac 30,28 milioni di dosi. Leggi anche l’articolo —> Dopo Pfizer anche AstraZeneca, Conte indignato: «Inaccettabile il taglio delle consegne. Faremo causa»