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Covid, i virologi chiedono di usare anche Sputnik V: cosa sappiamo sul vaccino russo

15/02/2021 16:04 - Aggiornamento 15/02/2021 16:12

“Sul vaccino russo anti-Covid, Sputnik V, abbiamo visto interessanti risultati dagli studi clinici. Quindi perché non usarlo? Ci vuole il massimo per completare al più presto la campagna vaccinale. Ma non dobbiamo illuderci: bisogna vedere se c’è disponibilità di dosi anche per Sputnik, perché non è detto che ce ne siano grandi quantità e che sia tutto facile”. E’ la riflessione del virologo dell’università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco.

“Interessante secondo me – spiega all’Adnkronos Salute – è l’opzione di poter produrre Sputnik anche in Italia. Ci sono aziende che con qualche implementazione potrebbero tranquillamente contribuire e produrre a sufficienza. Per quanto riguarda invece le acquisizioni di dosi, l’ideale sarebbe muoversi con un’unica regia centralizzata sui vaccini, evitando rischiose mediazioni in autonomia e più rivoli”, conclude.

Vaccino Sputnik, l’Ema non lo ha ancora valutato

Il vaccino Sputnik non è stato ancora valutato dall’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. Non è nemmeno arrivata una richiesta in tal senso da nessuna autorità nazionale. L’Ema, come scrive sul suo sito internet, si è limitata a fornire consulenza alle autorità scientifiche russe nella fase di test del siero.

“Gli sviluppatori hanno ricevuto consulenza scientifica dall’EMA fornendo loro le ultime linee guida normative e scientifiche per lo sviluppo del loro vaccino. In linea con la politica di trasparenza dell’Agenzia, il vaccino è incluso nell’elenco dei medicinali e dei vaccini COVID-19 che hanno ricevuto consulenza scientifica dall’Agenzia”, scrivono dal quartier generale Ema di Amsterdam.

Cosa dice di Sputnik la prestigiosa rivista Lancet

“Il candidato al vaccino Sputnik V COVID-19 sembra sicuro ed efficace”. E’ il significativo titolo di un articolo a firma di Ian Jones e Polly Roy , scienziati dell’università di Reading e della London School of Hygiene & Tropical Medicine, pubblicato su Lancet, una delle più prestigiose riviste medico-scientifiche.

“Denis Logunov e colleghi –  si legge nell’articolo – riportano i risultati provvisori di uno studio di fase 3 del vaccino Sputnik V COVID-19 su The Lancet . I risultati dello studio mostrano un forte effetto protettivo costante in tutti i gruppi di età dei partecipanti. Conosciuto anche come Gam-COVID-Vac, il vaccino utilizza un approccio adenovirus ricombinante eterologo utilizzando adenovirus 26 (Ad26) e adenovirus 5 (Ad5) come vettori proteina per l’espressione del picco della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2) . L’uso di due diversi sierotipi, che vengono somministrati a distanza di 21 giorni, ha lo scopo di superare qualsiasi immunità adenovirus preesistente nella popolazione.”

“Tra i principali vaccini COVID in sviluppo fino ad oggi –  prosegue il testo – solo Gam-COVID-Vac (Sputnik V, ndr) utilizza questo approccio; altri, come il vaccino Oxford-AstraZeneca, utilizzano lo stesso materiale per entrambe le dosi”. E ancora:  “I primi dati della fase 1/2 pubblicati a settembre 2020, hanno mostrato risultati promettenti sulla sicurezza e hanno fornito un’indicazione che la risposta immunitaria era a un livello coerente con la protezione. I destinatari hanno generato robuste risposte anticorpali alla proteina spike, che comprendeva anticorpi neutralizzanti, la proporzione dell’immunoglobulina totale che inibisce il legame del virus al suo recettore”. Insomma, il titolo di Lancet è più che giustificato: sia la fase iniziale di test che la successiva fase 3 dimostrano la sicurezza e l’efficacia del vaccino Sputnik V.

vaccino sputnik

Vaccino Sputnik, le informazioni ufficiali dalla Russia

Il governo della Federazione Russa ha creato un sito web apposito per informare l’opinione pubblica su Sputnik, sul quale è pubblicato anche il certificato di registrazione del siero presso il ministero della Salute russo.

“Sputnik V è il primo vaccino registrato al mondo basato su una piattaforma basata su vettori adenovirali umani ben studiata”, si legge. “Sputnik V è già registrato in più di 25 paesi. La sperimentazione clinica post-registrazione Sputnik V in corso in Russia ha coinvolto più di 31.000 volontari. Gli studi clinici di fase 3 dello Sputnik V sono stati condotti negli Emirati Arabi Uniti, India, Venezuela e Bielorussia”.

“Lo Sputnik V – prosegue la scheda informativa – è uno dei tre vaccini al mondo con un’efficacia superiore al 90%. L’efficacia del vaccino è confermata al 91,6% sulla base dell’analisi dei dati su 19.866 volontari, che hanno ricevuto sia la prima che la seconda dose del vaccino Sputnik V o del placebo al punto di controllo finale di 78 casi COVID-19 confermati”.

Ci saranno dosi di vaccino russo sufficienti anche per le esigenze dell’Europa?

Il produttore di Sputnik V, RDIF, sta collaborando con numerosi partner in diversi paesi del mondo per la sua produzione di massa. Al pari dei sieri di Pfizer Biontech ed Astrazenec, Sputnik prevede la somministrazione in due dosi. Un vantaggio del siero russo riguarda la catena di conservazione: Sputnik infatti è disponibile anche in forma liofilizzata (secca) che “può essere conservata a una temperatura compresa tra +2 e +8 gradi Celsius, il che consente una facile distribuzione in tutto il mondo, comprese le regioni difficili da raggiungere”, si legge sul sito ufficiale.

Il costo di una dose di vaccino per i mercati internazionali è inferiore a 10 dollari (Sputnik V è un vaccino a due dosi). Le forniture di vaccini per il mercato globale saranno prodotte dai partner internazionali di RDIF in India, Brasile, Cina, Corea del Sud e altri paesi. >> Le notizie sul Coronavirus