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Covid, variante italiana scoperta a Brescia: circola da agosto, tutto quello che c’è da sapere

29/12/2020 08:55 - Aggiornamento 29/12/2020 09:07

«Circola dai primi di agosto in Italia una variante» di Coronavirus Sars-CoV-2, che è «molto simile alla famigerata variante inglese». Così all’Adnkronos Salute Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’università degli Studi di Brescia. Si tratta di una “variante italiana”, “che precede quella emersa solo a fine settembre nel Regno Unito per poi diffondersi in Europa, Italia inclusa, e potrebbe anche esserne un precursore”, ha specificato il direttore del Laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili.

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variante italiana

Covid, variante italiana scoperta a Brescia: circola da agosto, tutto quello che c’è da sapere

La variante individuata, ha spiegato l’esperto, “ha diversi punti di mutazione nella proteina Spike. Come quella inglese, anche la variante italiana ha una mutazione in un punto nevralgico dell’interazione Spike/recettore cellulare, più precisamente in posizione 501”. Ma a differenza del mutante inglese, “la variante italiana ha anche una seconda mutazione in posizione 493. Quest’ultima rende la sua proteina Spike leggermente diversa da quella del virus pandemico che tutti oggi conosciamo”. 

La scoperta è avvenuta per caso: «Osservando una persistenza virale anomala in un paziente che aveva sofferto di Covid-19 in aprile. Anche dopo la guarigione, i tamponi effettuati da agosto in poi avevano sempre dato esito positivo con virus ad alta carica. A novembre ci siamo decisi a sequenziare il virus per capire il perché di questa persistenza. E con nostra sorpresa ci siamo resi conto di avere identificato una nuova variante, simile ma non identica alla variante inglese che iniziava a circolare anche in Italia», ha dichiarato Caruso.

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Il vaccino sarà efficace? Le dichiarazioni di Caruso

Il vaccino sarà efficace anche nei confronti della variante italiana? «Il vaccino genera una risposta complessa verso tante aree della proteina Spike», ha spiegato l’esperto. «Per cui anche se vi fossero alcuni anticorpi non in grado di riconoscere una zona mutata come quella in posizione 501 o 493, ce ne sarebbero sicuramente altri in grado di legarsi a porzioni non mutate della proteina. Il loro legame sarebbe sufficiente a impedire l’interazione tra Spike e recettore cellulare, anche solo per una sorta di ‘ingombro sterico’ che gli anticorpi creerebbero sulla superficie del virus. In poco tempo avremo comunque una risposta certa a questa domanda», ha concluso Arnaldo Caruso.

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Variante italiana Covid, Pregliasco: «Studio interessante»

A proposito della variante italiana si sono espressi altri scienziati, tra i tanti Matteo Bassetti e Fabrizio Pregliasco. «Sulla varianza inglese c’è stato tanto rumore esagerato, ma come abbiamo visto ogni Paese ha isolato delle varianti che sono poi compatibili con quello che accade ai virus che mutano. Quella isolata a Brescia potrebbe in parte giustificare e far capire perché noi abbiamo avuto a ottobre e novembre, soprattutto in Lombardia, così tanti casi con una diffusione molto facile del virus in aree particolari». Queste le parole all’Adnkronos Salute di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria.

A detta di Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano, «è interessante questo studio italiano che suggerisce che, chissà, la variante inglese magari non è neanche nata in Inghilterra, ma in Gb sono solo riusciti a individuarla per primi». Leggi anche l’articolo —> Covid, il bollettino di oggi: 8.585 nuovi casi e 445 morti

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