Quando si raggiungerà il picco di Omicron in Italia? In Sudafrica l’apice della quarta ondata di contagi da Covid-19 determinata dalla variante inizialmente individuata nel Paese, potrebbe essere stato già superato. Tant’è, che come riferisce l’agenzia «Adnkronos» il governo ha cominciato a rimuovere le restrizioni, a partire dal coprifuoco notturno. L’esecutivo ha spiegato che, sebbene Omicron sia altamente contagiosa, si sono registrati in queste settimane tassi di ricoveri ospedalieri inferiori rispetto alle precedenti ondate. Qual è la situazione da noi? Cosa dobbiamo aspettarci? E nel resto del mondo? Facciamo chiarezza riportando il parere degli esperti.
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Variante Omicron, quando avremo il picco in Italia: tre buone notizie (di cui non parla nessuno)
L’ultimo bollettino Covid riferiva di 126.888 nuovi contagi e 156 morti nelle ultime 24 ore. Purtroppo l’effetto di Omicron si fa sentire anche nel nostro Paese: il computo dei positivi continua incredibilmente a salire. Per contenere gli effetti devastanti il governo Draghi ha varato un decreto con cui si estende il Super Green Pass e riduce la quarantena per i vaccinati. Ma quando si raggiungerà il punto più alto del contagio? “Il picco della variante Omicron secondo le previsioni dovrebbe arrivare a metà gennaio, ma vedendo i dati degli ultimi giorni potrebbe arrivare anche dopo”, ha detto il direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli, in collegamento con “Pomeriggio Cinque News”. “Omicron ha sparigliato ogni previsione”, ha aggiunto l’esperto. Galli ha voluto poi sottolineare quanto in questa fase si riveli fondamentale la cautela: “Quelli che fanno il mio mestiere hanno un compito rassicurare sul fatto che con il vaccino si muore di meno, dire che infettandosi molti avremo dei problemi. Gli unici strumenti che abbiamo ora in mano nel tentativo di tenere in piedi il Paese sono: vaccinazioni e prudenza”.
Il Direttore generale dell’Onu: “Le persone non vaccinate sono molto più a rischio di morte rispetto a quanto lo erano con le altre varianti”
Chi invita a vaccinarsi è stato nelle scorse ore anche il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus: “Le persone non vaccinate sono molto più a rischio di morte rispetto a quanto lo erano con le altre varianti”. Tedros ha specificato: “Omicron si muove così rapidamente che, in aggiunta alle vaccinazioni, servono misure sociali di salute pubblica per arginare l’ondata di contagi, proteggere il personale sanitario, mantenere le società aperte e i ragazzi a scuola”. Il direttore generale dell’Oms a proposito di Omicron e della situazione epidemiologica mondiale ha detto nel corso dell’ultima conferenza stampa: “Il virus continuerà a evolvere e minacciare i nostri sistemi sanitari se non miglioriamo la risposta collettiva. In questo momento, la varianti Delta e Omicron sono due minacce gemelle che stanno spingendo i contagi a numeri e causando nuovi picchi di ospedalizzazioni e decessi. Sono molto preoccupato per il fatto che Omicron, variante più contagiosa che si sta diffondendo insieme con la Delta, sta provocando uno tsunami di casi. Questa situazione causerà un aumento immenso della pressione sugli operatori sanitari già esausti e porterà i sistemi sanitari sull’orlo del collasso”.
Il professor Silvestri ottimista: “Uscire in fretta da un’ondata di isteria collettiva”
Chi è più ottimista sulla variante Omicron è il virologo Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta: “Su Omicron dobbiamo uscire in fretta da un’ondata di isteria collettiva. È necessario recuperare una discussione seria, pacata, pragmatica, basata sui fatti. Mentre i media mainstream straparlano di ‘tsunami Omicron’ e quelli alternativi delirano di vaccini tossici e di dittatura degli scienziati ci sono tre fatti importanti che stanno emergendo sulla nuova variante Omicron che meritano una seria discussione”. A «Il Resto del Carlino» l’esperto li ha elencati e chiariti. Primo “la letalità calcolata di Covid-Omicron sembra molto più bassa di quella delle varianti precedente”; secondo il minor rischio di ospedalizzazione “nei pazienti che hanno contratto Omicron”, pari al “20% di quello osservato nei pazienti che avevano contratto Delta”; infine la variante infetta di più le alte vie responsabilità.
“È dei giorni scorsi lo studio della facoltà di Medicina alla Università di Hong Kong, secondo cui la variante Omicron è più efficace nell’infettare le cellule delle alte vie respiratorie e dei bronchi, ma meno efficiente nell’infettare quelle del tessuto polmonare profondo. Questo studio potrebbe rappresentare la base della minore severità clinica osservata in Sudafrica. In quanto la polmonite interstiziale con danno alveolare diffuso e conseguenti complicanze sistemiche è l’elemento centrale nella patogenesi del Covid severo”, le parole di Silvestri. Leggi anche l’articolo —> Silvestri: «Il virus sembra si stia ‘raffreddorizzando’, ma non per chi è senza vaccino»