Verso il Conte ter. In questi minuti il premier Giuseppe Conte è al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La crisi di governo è dunque “ufficiale” e si aprono diversi scenari per il “dopo”. Il più accreditato, in queste ore di febbrili trattative per evitare all’Italia il caos di una campagna elettorale in piena pandemia, è quello di un “Conte ter”.
Verso il Conte ter: qual è la maggioranza che potrebbe sostenerlo
Se ne parla da alcuni giorni ed è emersa chiaramente anche durante il dibattito in Senato che ha portato all’uscita di Italia Viva dalla compagine del Conte bis. La maggioranza che potrebbe sostenere la terza edizione di un esecutivo guidato da Giuseppe Conte, il “Conte ter”, è quella che in Europa ha portato all’elezione della presidente Ursula von der Leyen. Per questo viene chiamata “maggioranza Ursula”.
E chi ne farebbe parte? Basta ricordare chi ha votato a favore della von der Leyen: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali, alcuni centristi e una parte di Forza Italia. In teoria ci sarebbe anche Italia Viva, ma essendo la “causa” della caduta di Conte, è difficile che rientri nei ranghi. A meno di una decisa apertura di Conte verso le richieste di Renzi e soci sul Recovery Plan e su altre “battaglie” che Italia Viva sostiene da tempo. Potrebbe arrivare, però, il sostegno di alcuni elementi, come il socialista Nencini che ha votato in Senato la fiducia al governo. Così come quello di +Europa di Bonino e Della Vedova, tra i primi a parlare di “maggioranza Ursula”. Per il momento, però, non ci sono elementi certi su questi primi due punti.
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Conte ter, chi sono i costruttori che servono al premier per tornare in sella
Ma la chiave per la nascita del “Conte ter”, per via dei numeri al Senato, saranno i cosiddetti “costruttori”. Parlamentari distribuiti in diversi gruppi, nel Misto ma soprattutto in quello di Forza Italia. Anche se il leader azzurro Berlusconi ha detto chiaramente che il suo partito garantirebbe la fiducia solo nell’ipotesi di un governo dal chiaro profilo di “unità nazionale”, non è affatto scontato che i gruppi di FI alla Camera e soprattutto al Senato non possano cedere altri elementi alla nascente maggioranza a sostegno terzo esecutivo a guida Conte.
Chi sono dunque i costruttori che servono al premier dimissionario per tornare in sella? Bruno Tabacci, con il suo Centro Democratico al momento sposato a +Europa nei gruppi parlamentari, punta a costituire due nuovi gruppi alla Camera e al Senato. Si partirebbe dal nome Maie, il Movimento degli italiani eletti all’estero, ma si fa strada l’ipotesi di un nuovo nome che contenga la parola “Europa”. Al Senato si dà quasi per certa la presenza tra i costruttori di Gregorio De Falco, un ritorno all’ovile per l’ex 5 Stelle.
Ma il piatto forte arriverebbe da Forza Italia. E non è finita qui, perché anche i forzisti ora migrati in “Cambiamo!” del governatore ligure Giovanni Toti, sarebbero pronti ad imbarcarsi nella maggioranza “Ursula”. Il Corriere della Sera fa i nomi dei senatori Sandro Biasotti, Maria Virginia Tiraboschi, Andrea Cangini (che smentisce), Luigi Vitali e Anna Carmela Minuto. Al momento sono “ipotesi giornalistiche”, voci di corridoio. Tanto che uno degli interessati, il senatore Andrea Cangini, ha già smentito questa ipotesi. Nei costruttori si dà anche per molto probabile l’ingresso di due senatori Udc, Paola Binetti e Antonio Saccone (ma lui nega).
I conti tornerebbero, dunque, anche senza un ritorno in maggioranza di Italia Viva. Il Conte ter al Senato avrebbe 166 voti a favore, una maggioranza non risicata dunque (con Italia Viva sarebbero 184). Il numero potrebbe salire fino a 168: si rumoreggia infatti di un possibile abbandono di Renzi da parte di due senatori di IV, Eugenio Comincini e Mauro Marino. >> I retroscena di politica italiana