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Vincenzo Mollica standing ovation a Sanremo 2020: «Fare il cronista è stato il mio mestiere»

08/02/2020 11:39 - Aggiornamento 08/02/2020 11:41

Standing ovation all’Ariston per Vincenzo Mollica, che per ben 40 anni ha saputo raccontare come nessuno il Festival di Sanremo. L’inviato del Tg1 dall’alto del suo balconcino, ormai diventato più famoso di quello di Giulietta e Romeo, ha intervistato i più grandi svelando i segreti del backstage della kermesse canora più attesa. Tanta passione e microfono in mano. Nonostante il Parkinson e il forte calo alla vista Mollica ha continuato a lavorare con entusiasmo come fosse il suo primo giorno in Rai. Un professionista di altri tempi, generoso e amante della bellezza.

Vincenzo Mollica

«Ho due compagni di viaggio: glaucoma e Parkinson!», tutti in piedi all’Ariston per Vincenzo Mollica: il suo ultimo festival

Nel Roof dell’Ariston, dopo l’ovazione, Vincenzo Mollica ha salutato la Sala Stampa che gli ha tributato un lunghissimo e scrociante applauso. «Mi sono ‘amminchioluto’, come direbbe il mio amico Fiorello. Con quel poco di vista che mi è rimasta, vi posso dire che me la cavo discretamente e mi tolgo dalle scatole e me ne vado in pensione. Ho due compagni di viaggio: glaucoma e Parkinson!», ha detto il popolare giornalista. «Non ho proclami da fare. Fare il cronista è stato il mio mestiere. La Rai è stata la mia casa. Ringrazio tutti voi per l’affetto. Mi piace che una delle regole della mia vita me l’abbia insegnata Federico Fellini: “Vincenzo, non sbagliare mai il tempo di un addio o di un vaffanculo, che ti si potrebbe ritorcere contro in un secondo”», ha proseguito Vincenzo Mollica, che Amadeus ha definito dal palco ieri sera «la storia del Festival».

Standing ovation a Sanremo 2020: «Fare il cronista è stato il mio mestiere»

Un pilastro fondamentale Vincenzo Mollica. L’abbraccio di Fiorello e del padrone di casa è stato un po’ quello di tutto il pubblico, che da anni segue la sua rubrica di spettacolo che chiude il Tg1. Per il 67enne Sanremo 2020 è stata un’edizione ‘ad honorem’: questi avrebbe dovuto andare in pensione il 27 gennaio, ma l’Azienda per rendergli omaggio ha preferito posticipare tutto di un mese. Un atto dovuto, considerando l’amore che il giornalista ha messo nel suo lavoro, non risparmiandosi mai. Un esempio per noi giovani che muoviamo i primi passi nel mondo dell’informazione.

Vincenzo Mollica

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