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Vittorio Feltri: «Conte è convinto di essere il Duce, non ha capito che la gente non regge più»

16/04/2020 10:36 - Aggiornamento 16/04/2020 10:40

Su ‘Libero quotidiano’ il direttore Vittorio Feltri ha pubblicato un articolo dedicato all’attuale situazione di lockdown dell’Italia. Nello specifico questi ha sottolineato il clima caotico dovuto ad una cattiva gestione del governo che, a detta del bergamasco, «non sa come operare» e «non fa altro che emanare editti indecifrabili». Di conseguenza «Le regioni si adattano al casino generale e ciascuna di esse agisce a capocchia. (…) Il nostro non è più un Paese omogeneo, bensì una assemblea litigiosa», scrive Feltri, puntando il dito contro il premier. 

Vittorio Feltri Conte

Vittorio Feltri: «Conte è convinto di essere il Duce, non ha capito che la gente non regge più»

«Il povero Giuseppe Conte predica nel deserto e litiga con tutti, perfino con Enrico Mentana che in pratica lo ha mandato al diavolo. Motivo: il premier che il destino baro ci ha riservato è convinto di essere il duce e pretende di impartire ordini pure ai giornalisti, stabilendo ciò che occorre mandare in onda e ciò che invece va censurato. Il virus ha infettato altresì il cervello di coloro che sono chiamati a guidare la macchina dello Stato», prosegue nell’editoriale Feltri. Il direttore di Libero prevede uno scenario a dir poco apocalittico di quel che sarà: «In Italia monta un pandemonio che la popolazione non regge più. Segnali di ribellione si registrano qua e là. Per adesso la gente sopporta, ma tra un po’ uscirà in massa da casa e i controllori non controlleranno più un tubo, cosicché il caos sarà assicurato. Siamo blindati da oltre un mese e nel frattempo osserviamo che in altre nazioni si procede a briglie sciolte».

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«Perché solamente noi siamo condannati agli arresti domiciliari? Non pervengono risposte e ciò ci innervosisce»

Preoccupazioni quelle del giornalista lombardo che traggono spunto dalla realtà coeva: «Ci domandiamo con angoscia: perché solamente noi siamo condannati agli arresti domiciliari? Non pervengono risposte e ciò ci innervosisce. Hanno voglia le tv di ripetere allo sfinimento che uniti si vince, se restiamo barricati entro le mura domestiche. Si vince cosa? Non è lecito lavorare, lo stipendio non arriva, i contributi in moneta promessi a chi non ce la fa a campare non giungono poiché Roma è in bolletta, avendo speso denaro a prestito per finanziare il reddito di cittadinanza ai fannulloni, il quale ha comportato inoltre uno spreco di risorse già esigue a causa della mancata spending review», ha insistito Feltri, riservando una frecciatina ai Cinque Stelle.

Vittorio Feltri attacca duramente Conte: «Si togliesse dai piedi…»

Poi il pensiero a chi davvero rischia di essere schiacciato dalla crisi economica dovuta al Covid-19: «Per fortuna c’è la Caritas che provvede a fornire pasti ai poveri, sempre più numerosi, e ci sono tanti privati disposti a elargire fondi in beneficienza. Altrimenti il problema principale sarebbe la fame». Cosa si augura Vittorio Feltri? Che qualcosa venga riaperto. «Se ci rifiutiamo di riavviare fabbriche e negozi per guadagnarci il pane, il nostro futuro e il nostro presente ci riserveranno una esistenza grama. Che saremmo disposti a sopportare qualora almeno Conte si togliesse dai piedi per lasciare posto a un vero presidente del Consiglio», chiudendo così il cerchio. Ennesimo affondo a Conte, il pezzo si chiude così come era cominciato. leggi anche l’articolo —> Vittorio Feltri, Coronavirus: «Paragonarlo alla guerra è scandaloso. Non è mica il duce…»

 

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