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Vittorio Feltri, Coronavirus: «Paragonarlo alla guerra è scandaloso. Non è mica il duce…»

28/03/2020 10:00 - Aggiornamento 28/03/2020 10:10

«Paragonare il coronavirus alla guerra è scandaloso. Evitare il contagio è molto più facile che schivare i colpi dell’artiglieria», così scrive il direttore di ‘Libero Quotidiano’ Vittorio Feltri in un lungo editoriale in cui, senza troppi giri di parole, accusa di ignoranza chi mette a confronto l’emergenza Covid-19 e la guerra. «Il Corona non è mica il duce che costringeva gli italiani abili e arruolati a farsi trucidare in trincea, al massimo, tramite Conte, ci obbliga a stare sul divano. Vero che il morbo sta sterminando migliaia di miei coetanei, e ciò non consola, ma è altrettanto vero che evitare il contagio è molto più facile che schivare i colpi dell’artiglieria», scrive il giornalista.

Vittorio Feltri

Vittorio Feltri: «Paragonare il Coronavirus alla guerra è scandaloso. Non è mica il duce…»

Per Vittorio Feltri gli effetti del secondo grande conflitto mondiale sono stati devastanti: «Centinaia di migliaia di soldati morti ammazzati gratis. Cataste di cadaveri, gente sacrificata in modo incosciente da capi di Stato privi di moralità, i quali imponevano con la forza a poveri cristi di recarsi al fronte per sparare e uccidere altri poveri cristi in nome di un patriottismo gonfio soltanto di retorica frusta». Considerazioni che il direttore di Libero Quotidiano prende dal proprio vissuto: «Se penso che per colpa di Hitler e di Mussolini mio padre finì in un campo di concentramento, da cui fuggì, mi si rivoltano le budella. E se sento qualcuno, capita spesso, che rimpiange le dittature che mandavano al massacro i nostri nonni in Russia senza scarpe, mi viene voglia di mettere mano alla fondina». Ricordando i tempi andati il giornalista ha scritto: «A casa mia fino al 1945 i vetri delle finestre erano oscurati da una carta blu, quella degli spaghetti, per impedire che il mitragliamento degli aerei ci prendesse di mira. I caloriferi erano spenti per mancanza di nafta. La cena si riduceva a una brodaglia in cui inzuppavamo pane secco. Oggi con l’infezione circolante ci azzuffiamo per entrare al supermercato».

Vittorio Feltri

«Conte ha scritto 295 pagine contro il virus. Ma…»

In realtà già su Twitter il giornalista bergamasco aveva attaccato duramente il premier per le modalità con cui ha fronteggiato il coronavirus nel paese: «Conte ha scritto 295 pagine contro il virus. Ma il virus non le ha lette e va per i fatti suoi». E ancora: «Come fanno a stare a casa coloro che non ne hanno una?». Feltri aveva già espresso sul suo profilo social il suo disappunto sul parallelismo tra guerra e Covid-19: «Molti paragonano questa infezione alla guerra che non sanno cosa sia perché non l’hanno mai vissuta. Inoltre la guerra era tra uomini armati che si trucidavano, oggi il nemico è un microbo che neanche i soloni riescono ad acchiappare. Soloni del ca**o».

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