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Viviana Parisi ipotesi dei consulenti della famiglia: «È stata uccisa» ma la Procura stronca questa ricostruzione

08/03/2021 21:32 - Aggiornamento 08/03/2021 21:44

Viviana e Gioele: novità sul giallo di Caronia. Secondo quanto riportano le agenzie di stampa, i consulenti del marito della dj morta lo scorso 4 agosto 2020, la 43enne sarebbe stata vittima di un omicidio. E dopo qualcuno avrebbe inscenato il suo suicidio.

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«Viviana Parisi è stata uccisa»: la ricostruzione shock

«Abbiamo effettuato un sopralluogo questa mattina nelle campagne di Caronia (Me) dove sono stati ritrovati i corpi di Viviana Parisi e di suo figlio il piccolo Gioele, e, dopo aver fatto anche ieri una nuova ispezione esterna sui cadaveri, siamo sempre più conviti che la donna non si sia uccisa, ma sia stata ammazzata da qualcuno che poi ha messo in atto una messinscena, spostando il suo corpo sotto il traliccio per creare un depistaggio».

Sono queste le parole rilasciate a mezzo stampa dal criminologo Carmelo Lavorino, consulente dei legali di Daniele Mondello, padre di Gioele e marito di Viviana. Lavorino in collaborazione con altri consulenti della famiglia ritiene di avere raccolto elementi che allontanano la ricostruzione dei fatti dalla pista investigativa dell’omicidio-suicidio. Quest’ultima ritenuta dagli inquirenti l’unica ormai plausibile. Il medico legale Antonio Della Valle, le anatomopatologhe Angelica Zenato e Nicolina Palomone, e l’esperto in sicurezza Tony Carbone sono tornati nei boschi di Caronia dove di madre e figlio si persero le tracce in una calda mattina d’estate del 4 agosto scorso. Rilievi, sopralluogo e ricostruzioni alternative, le loro, dopo avere anche analizzato i resti martoriati della donna e del suo bambino.

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«Queste convinzioni ci vengono dal fatto che non ci sono prove o impronte di Viviana sul traliccio, il corpo è posizionato non in modo conforme con una caduta dall’alto e inoltre ad una distanza inusuale», ha precisato Lavorino.

Viviana portata già cadavere sotto il traliccio?

«Inoltre, per come è stato realizzato il traliccio, e visto che era incandescente ad agosto, sarebbe stato impossibile per chiunque arrampicarsi sopra. Infine, il luogo era raggiungibile in auto e non a piedi per la presenza di rovi e per la mancanza di sentieri agibili, dunque è probabile che qualcuno abbia ucciso prima la donna e poi l’abbia portata qui per simulare il suicidio».

«Certezze che ci sono state confermate dopo l’esame esterno del corpo di Viviana e dei resti del piccolo. Il corpo della donna aveva la frattura di 2 vertebre della colonna vertebrale e della testa del femore. La morte si deve attribuire a lesioni da precipitazione, presumibilmente ad una caduta, ma non dal traliccio. Aspetteremo comunque il deposito delle ultime consulenze dei periti della Procura poi faremo le nostre contro deduzioni, siamo certi, per noi Viviana è stata ammazzata, e qualcuno poi ha cercato di mettere gli inquirenti su una strada sbagliata trascinando il corpo sotto il traliccio».

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La replica della Procura di Patti

In totale disaccordo il procuratore di Patti, Angelo Cavallo. «Per noi, fermo restando che le consulenze devono essere ancora depositate, e prevediamo quella di Viviana a fine marzo, tutto conduce ad un evento compatibile con un suicidio, con precipitazione dal traliccio».

Questa la sua replica al criminologo Lavorino. «In ogni caso al di là delle risultanze oggettive delle consulenze, abbiamo vagliato tutte le ipotesi alternative, confrontando ed incrociando dichiarazioni, risultati di tabulati telefonici, indagini tecniche, accertamenti genetici eccetera e per tale motivo non condividiamo le conclusioni dei consulenti di parte, che riteniamo quanto meno ardite».

«Viviana si sentiva perseguitata da Satana»

«Viviana Parisi era una donna che aveva problemi psichici, fobie continue e vedeva il male ovunque. Si sentiva aggredita da Satana e aveva tentato più volte il suicidio ingerendo barbiturici. Anche il giorno dell’incidente, da lei provocato sull’autostrada Messina-Palermo, immaginando che qualcuno la inseguisse con un’auto di grossa cilindrata per farle del male, è scappata nel bosco scavalcando il guard-rail, portandosi dietro il piccolo Gioele. Viviana era una donna malata, con manie di persecuzione, così come hanno documentato le cartelle cliniche, in tempi non sospetti».

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Esami sui resti di Gioele: si deve attendere ancora

Occorrerà attendere ancora un po’ per i risultati degli esami sui resti del piccolo Gioele. Come ha spiegato Cavallo, infatti, ciò dipende dalle terribili condizioni in cui versava il corpo del piccolo nel momento del ritrovamento. «Anche questo esame ad opera dei consulenti di parte è stato fatto, nel rispetto del codice, per mero spirito di collaborazione ed esclusivamente perché siamo alla ricerca della verità e non abbiamo nulla da nascondere tutto ciò al pari degli altri esami da noi già svolti in passato e che le parti ci hanno chiesto di ripetere (vedi esami all’interno della vettura o sul traliccio). Ovviamente senza apportare alcun elemento di novità alle indagini».

«In ogni caso, ribadisco che, al di là delle mere dichiarazioni ad effetto, ci confronteremo serenamente con le perizie e tutte le altre carte alla mano… carte che ovviamente le altre parti, nel rispetto del segreto istruttorio, hanno solo in minima parte. Anche per questo non capisco come si possano fare affermazioni del genere», ha concluso il Procuratore. Potrebbe interessarti anche —> Viviana Parisi: come è morto il piccolo Gioele? L’amara (quasi) certezza

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