Viviana e Gioele: la verità sul giallo di Caronia è ancora molto lontana. Inevitabile riflessione dopo il focus attento e dettagliato fatto da Quarto Grado nella puntata andata in onda venerdì 11 settembre 2020.
Viviana e Gioele: “Perché mi è stato impedito di cercare mia moglie e mio figlio?”
Collegato con lo studio da Venetico, in provincia di Messina, il papà della dj che ha più volte ripetuto: “Viviana non ha ucciso Gioele”. La 43enne amava alla follia il suo bambino ed era molto protettiva nei confronti suoi e del marito Daniele. Lui e tutti i familiari respingono con forza l’ipotesi della Procura (omicidio-suicidio) e chiedono risposte ai molteplici interrogativi che li attanagliano. Cosa è successo, la mattina del 3 agosto scorso, nella galleria dell’autostrada Messina-Palermo? Come, quando e perché Viviana e il figlio Gioele sono morti? E soprattutto, lo chiede Daniele Mondello in un video messaggio: “Perché mi è stato impedito di cercare mia moglie e mio figlio?”.
Sì, perché nelle ore successive alla scomparsa di Viviana e Gioele, a lui e alla famiglia è stato impedito di recarsi nei boschi di Caronia per unirsi alle squadre di ricerche. Visti poi i gravi ritardi nel ritrovamento dei corpi (quello di Viviana cinque giorni dopo, quello di Gioele il 18 agosto), oggi Daniele e i suoi familiari si dicono convinti che se fosse stato permesso loro di operare, avrebbero trovato la donna e il piccolo in breve tempo, forse addirittura ancora in vita.
Gravi negligenze e clamorosi ritardi nelle ricerche: particolari inediti a Quarto Grado
Ricostruita nel dettaglio la mappa dei punti, nel bosco di Caronia che costeggia l’autostrada, in cui Viviana e Gioele sono stati rinvenuti senza vita, l’approfondimento in studio si è concentrato su come siano state compiute le ricerche. Assolutamente tardive ed inefficaci per papà Daniele e per le famiglie Parisi e Mondello.
La cognata di Viviana, sorella di Daniele Mondello, ha riferito a Simone Toscano che il giorno della scomparsa di madre e figlio (avvenuta dopo le 10:30) “Le ricerche sono iniziate solo alle 16:30 […] Ci hanno impedito per 2 ore di fare le ricerche personali nostre, eravamo allo svincolo per l’autostrada già alle 14:30”. Tempo prezioso perso per sempre. “Se avessimo avuto la possibilità di recarci sul luogo dell’incidente, sicuramente li avremmo trovati vivi”, ha aggiunto. Dolore e rabbia nelle sue parole: le ricerche sono state “superficiali, fatte male e da poche persone”. “La prima notte, il 3 agosto, le ricerche sono state interrotte. Hanno sbagliato, perché si poteva sentire il pianto di mio nipote, un lamento, la notte c’è assoluto silenzio […] e lì la notte i soccorsi non c’erano”.
Ricostruzione dell’incidente: dettagli inediti
Quarto Grado ricostruisce nel dettaglio l’incidente in galleria fornendo dettagli inediti. Testimoni hanno riferito di aver visto l’auto guidata dalla dj procedere a zig zag fino alla galleria di Pizzo Turda, dove ha avuto l’incidente a tutti ormai noto. Davanti alla Opel Corsa guidata dalla donna, procede lentamente un furgoncino con a bordo due operai che stanno lavorando alla manutenzione dell’impianto di illuminazione. Viviana tenta un sorpasso a sinistra ma qualcosa nella manovra va storto, e la sua Opel centra il furgone che va a finire contro la parete della galleria.
Secondo la ricostruzione oramai appurata dagli inquirenti, Viviana dopo il violento impatto prosegue in auto fino ad uscire dalla galleria, poi accosta il mezzo. Dalle immagini mostrate in puntata si può vedere quanto forte sia stato l’urto che ha fatto scoppiare lo pneumatico della vettura. L’auto è molto danneggiata e questo porta, ad oggi, a non escludere che il piccolo Gioele sia morto proprio in quell’incidente.
Diversi testimoni oculari non hanno chiamato i soccorsi
Quando il furgoncino raggiunge l’auto di Viviana fuori dalla galleria, la Opel corsa è già vuota. Eppure i due operai non chiamano i soccorsi, che verranno invece allertati da due ragazzi sopraggiunti in seguito. Come mai? Viviana scesa dall’auto ha percorso 100 metri a piedi con in braccio il figlio di 4 anni. Ha scavalcato il guard rail e si è addentrata nel bosco che costeggia l’autostrada dove lei e il suo bambino hanno trovato la morte. La testa del bambino è appoggiata sulla sua spalla.
Poi una famiglia di turisti lombardi che passa di lì si ferma ad osservare la scena; il capo famiglia segue addirittura Viviana oltre il guard rail, ma poi si ferma per la presenza di rovi, quindi torna indietro, va via e non chiama il 112. Solo 13 giorni più tardi, a seguito di ripetuti appelli del procuratore Angelo Cavallo a farsi avanti, rilascerà la sua testimonianza riferendo che Gioele aveva gli occhi aperti. Dettaglio che però, da solo, non è la conferma che il bimbo fosse vivo in quel frangente. Potrebbe interessarti anche —> Viviana Parisi messaggi sinistri al padre poco prima di morire: parole da brividi