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Yemen Coronavirus, il paese sull’orlo del baratro: l’allarme di Oxfam

04/06/2020 11:06 - Aggiornamento 04/06/2020 11:16

Yemen Coronavirus, il paese sull’orlo del baratro. Medici e infermieri in prima linea non hanno dispositivi di sicurezza come mascherine e guanti; manca l’ossigeno per le terapie intensive; e la metà degli ospedali del paese non c’è più, spazzata via da 5 anni e mezzo di guerra. Uno scenario apocalittico che desta preoccupazione. Secondo quanto scrive l’HuffPost: “Si contano già quasi 400 casi e oltre 80 vittime ad oggi, con il contagio che ufficialmente ha già raggiunto 10 governatorati su 22”. Cifre destinate a crescere a dismisura nelle prossime settimane.

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Yemen Coronavirus

Yemen Coronavirus, il paese sull’orlo del baratro: l’allarme di Oxfam

A favorire il contagio da Covid-19 il fatto che lo Yemen sia alle prese con un’emergenza profughi grave: centinaia di migliaia di famiglie è costretta a vivere in alloggi di fortuna, impossibilitata a rispettare il distanziamento sociale, senza acqua pulita e sapone per lavare le mani. Ne pagano lo scotto bambini e anziani. A tutto questo si aggiunge pure una profonda crisi economica determinata dalla pandemia. Come riporta ‘Rai News’: “le rimesse dei rifugiati yemeniti dall’estero sono crollate dell’80% in almeno 6 aree dello Yemen, da gennaio ad aprile, per effetto del lockdown in molti Paesi. Rimesse da cui dipende la sopravvivenza di 1 yemenita su 10 e che nel 2019 ammontavano a 3,8 miliardi di dollari, pari al 13% del PIL”.

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Crisi economica ed emergenza profughi

A lanciare l’allarme Oxfam, che denuncia la quasi totale mancanza di test e strumenti di prevenzione non soltanto tra la popolazione, ma anche nei nosocomi al momento attivi. I pochi ospedali sparsi sul territorio sono al collasso: corridoi pieni e un viavai di pazienti che non possono essere curati. I medici eroi chiamati alla ‘guerra’ contro un nemico invisibile senza armi: e lo abbiamo sperimentato in Europa, a mani nude, il Covid-19 non si può sconfiggere. Altrettanto grave l’economia dello Yemen messa in ginocchio dal Coronavirus. L’appello delle Nazioni Unite per la risposta umanitaria per il 2020 ad oggi è finanziato solo per poco più di un terzo di quanto necessario per scansare un disastro umanitario senza precedenti.

Dal summit purtroppo è venuto fuori un impegno di appena 1,3 miliardi di dollari in aiuti a fronte dei 3,4 opportuni per evitare il rischio di un’ecatombe. Dall’Italia, che fino ad oggi ha stanziato appena 5 milioni l’anno per l’emergenza, in arrivo soltanto un aumento di appena 160 mila euro. Poca cosa, tenendo conto che questi fondi bastano a coprire soltanto 2 mesi di interventi umanitari di un’organizzazione come Oxfam in Yemen. Senza tener conto dei 195 milioni di euro di armamenti italiani di cui è stata autorizzata nel 2019 l’esportazione verso Arabia Saudita e Emirati Arabi, paesi entrambi coinvolti in una guerra che è costata la vita ad oltre 100 mila persone.

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Yemen Coronavirus, l’appello di Oxfam: «L’Italia deve dare maggior concretezza possibile al proprio impegno»

«Morire di fame prima che di Covid. Non si può lasciare un intero popolo di fronte a questa allucinante alternativa. La priorità è che gli stanziamenti promessi alla Conferenza internazionale di ieri, calati non poco rispetto ai 2,6 miliardi stanziati nel summit dell’anno scorso, siano resi subito disponibili per un’adeguata risposta umanitaria», ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia. «Senza sono a rischio 5,5 milioni di vite, con diversi programmi di aiuto sul campo che potrebbero chiudere in poche settimane. Mentre il Covid avanza, 10 milioni di persone sono sull’orlo della carestia, 17 milioni non hanno accesso ad acqua pulita e servizi igienico-sanitari. Serve uno sforzo straordinario per fronteggiare la pandemia. Non solo in termini di stanziamenti, ma anche per un immediato cessate il fuoco, senza il quale sarà sempre più difficile soccorrere la popolazione». E ancora: «L’Italia (…) deve dare maggior concretezza possibile al proprio impegno. Non solo aumentando gli aiuti per la risposta all’emergenza, ma ad esempio trovando una soluzione che le permetta di essere più presente nel paese». leggi anche l’articolo —> Coronavirus, i numeri di oggi: nessun decesso in 12 regioni