A partire da oggi la mappa dell’Italia divisa in zone rosse, arancioni e gialle cambia di nuovo. Molte Regioni hanno scontato le tre settimane necessarie per verificare i risultati delle misure restrittive e, dati alla mano, sono riuscite a scendere di un grandino nella suddivisione per fasce di rischio. Si tratta, per esempio, della Lombardia, del Piemonte e della Calabria, territori che fino a ieri sono stati costretti a rispettare le restrizioni più stringenti per evitare la diffusione del coronavirus e il collasso della rete ospedaliera. Tutte e tre, però, da oggi entrano in zona arancione. Altre, invece, sono state declassate addirittura alla zona gialla. Vediamo quali sono queste Regioni e cosa cambia da oggi.
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Zone Italia: Lombardia, Piemonte e Calabria diventano arancioni
Lombardia, Piemonte e Calabria dopo un lungo periodo di massime restrizioni, passano dalla zona rossa a quella arancione. Cosa cambia quindi? Innanzitutto, cade il divieto di spostamento all’interno del proprio comune, ma permane quello di muoversi al di fuori di esso senza avere una comprovata esigenza, una necessità, un motivo di lavoro o di salute. Ci si può spostare quindi un po’ più liberamente, senza dover esibire l’autocertificazione se si rimane all’interno dei confini e, ovviamente, se questo avviene durante la fascia oraria consentita. Esattamente come anche nella zona rossa, rimane consentito andare ad assistere un parente o un amico non autosufficienti senza limiti di orario. Allo stesso modo, è possibile lasciare la propria abitazione per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o l’affidatario e andarli a prendere anche se questo significa oltrepassare Comuni differenti.
Per quanto riguarda bar e ristoranti, invece, zone arancioni e zone rosse non hanno differenze: restano chiusi sette giorni su sette, ma rimane consentito l’asporto fino alle 22 e il domicilio senza limiti di orario. I negozi, invece, possono rimanere sempre aperti. Solamente i centri commerciali hanno l’obbligo di chiusura nazionale nei giorni prefestivi e festivi. Sul settore scuola, invece, i ragazzi di seconda e terza media possono tornare a fare lezione in presenza. La didattica a distanza, tuttavia, come in tutte le altre zone d’Italia, accompagnerà i giovani delle superiori ancora per un po’. Restano chiuse anche le università, tranne alcune attività specifiche per le matricole e i laboratori.
Riaprono, infine, i centri sportivi, e così riprendono anche le competizioni. Per il resto, invece, sul trasporto pubblico si conferma la riduzione al 50% (tranne per quello scolastico) e rimangono chiusi teatri, cinema, palestre, piscine, sale giochi e sale scommesse.
Liguria e Sicilia passano a zona gialla
Ci sono poi la Liguria e la Sicilia, le uniche due Regioni che sono state in grado, per ora, di tornare alla zona gialla. In questo caso, non c’è più divieto di uscire dal proprio comune, così come è possibile lasciare la propria Regione per spostarsi in una delle zone d’Italia dello stesso colore. Possono riapre, poi, sia i bar che i ristoranti, entrambi fino alle 18. Restano chiusi, invece, i teatri, i cinema, le piscine, le palestre, le sale giochi, i musei e le mostre. Come per il resto del Paese, i centri commerciali sono chiusi sia nei giorni festivi che in quelli preferivi. Nessun cambiamento, infine, sul fronte della scuola e dei trasporti rispetto alla zona arancione.
La scelta di ridurre le misure restrittive in questi due territori non è piaciuta per niente ai presidenti della Campania e della Valle D’Aosta. De Luce, infatti, ha dichiarato: “Queste zone sono una buffonata. Solo tre giorni per entrare in zona rossa, ancora tre giorni per uscirne, senza spiegare mai nulla. Rinnoviamo la richiesta al governo di fare un’operazione trasparente, rendendo pubblici, per tutte le Regioni, i dati vere sulle terapie intensive e i dati chiari sulla tipologia di tamponi effettuati”. Sulla stessa lunghezza d’onda si è esposto anche il governatore della Valle D’Aosta Erik Lavevaz: “Rimarremo zona rossa e a ora non sappiamo perché. Roma deve darci risposte chiare, questa non è serietà”, ha commentato.
Zone d’Italia, la mappa delle Regioni
Lombardia, Calabria e Piemonte, quindi, si inseriscono nell’elenco delle zone d’Italia considerate a rischio elevato, ovvero alle arancioni. Per ora, insieme a loro ci sono anche Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Basilicata. Restano invece zona rossa, quindi i territori con un massimo rischio, Valle D’Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano, Toscana, Abruzzo e Campania. Riescono invece a scendere nella zona gialla Liguria e Sicilia, e si aggiungono a Veneto, Provincia autonoma di Trento, Lazio, Molise e Sardegna. >>Tutte le notizie di UrbanPost