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2 giugno, infermiera in prima linea contro il Covid: «L’abbiamo retta noi la Repubblica»

02/06/2020 09:04 - Aggiornamento 02/06/2020 09:14

«L’abbiamo retta noi la Repubblica», mette da parte la modestia la dottoressa Luisa Venneri, coordinatore infermieristico dell’Emergenza Urgenza degli ospedali San Paolo e Carlo di Milano, che in occasione del 2 giugno ha rilasciato un’intervista a ‘La Repubblica’.  «Mi piacerebbe che nelle celebrazioni di oggi le istituzioni ricordassero tutti noi operatori sanitari. Perché è vero che abbiamo fatto il nostro mestiere, che lo abbiamo scelto, che non siamo missionari né eroi. Come è vero che nessuno di noi si è tirato indietro, o ha fatto obiezioni di qualsiasi tipo. Ecco, sarebbe bene che tutti si ricordassero dei nostri sacrifici. Delle conseguenze che stiamo pagando. Della sofferenza che abbiamo dovuto reggere. È qualcosa che ci porteremo dietro per tutta la vita», prosegue.

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2 giugno infermiera

2 giugno, infermiera in prima linea contro il Covid: «L’abbiamo retta noi la Repubblica»

Le immagini delle terapie intensive al collasso, dei segni delle mascherine sui volti del personale sanitario, degli applausi scroscianti davanti agli ospedali sono un ricordo vivo nella mente di ognuno. Istantanee di un’emergenza, senza precedenti, che ricorderemo, che è già storia. «Tanti colleghi sono in malattia per burn out, solo che il sistema non la riconosce come malattia. I reparti di Psicologia e Psichiatria hanno dato una grande mano a infermiere e infermieri, ma in tanti hanno dovuto assumersi il ruolo che di solito spetta ai parenti, fare da tramite con il loro dolore, e alla fine non hanno retto», ha dichiarato la dottoressa Luisa Venneri, che ha parlato poi di problemi quotidiani di non poco conto come le ferie. «Abbiamo il problema delle vacanze estive. Ricorderà le direttive di marzo, la sospensione delle ferie, e qui nessuno prende un giorno da quattro mesi, ma ora ci sarebbero da pianificare i turni, come succedeva negli anni scorsi a inizio giugno. Solo che nessuno ha ancora sospeso quel divieto. Se lo saranno dimenticato?», ha dichiarato.

2 giugno infermiera

«Lo Stato dimentica in fretta. Qualche mio collega comincia a non trattenere la delusione: gli eroi, i balconi, le bandiere, è già finito tutto»

Sono stanchi, esasperati gli operatori sanitari. Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e gli elogi del premier Conte nelle fasi più dure del Coronavirus non possono bastare: «Lo Stato dimentica in fretta», ha detto la dottoressa sospirando. «Voglio sperare che finalmente si punti a un rilancio della sanità pubblica. Norme, numeri, ruoli. Fondi. Abbiamo il rapporto medici-pazienti più basso d’Europa, siamo in fondo alle classifiche per numero di letti. Se vogliamo far parte dell’Unione, facciamolo a 360 gradi, invece siamo sempre troppo pochi e tirati al massimo. Il colmo è che, quando qualcuno di altolocato si presenta nei nostri reparti, pretende l’eccellenza», ha affermato la dott.ssa Luisa Venneri. Sul finale un’amara considerazione sull’Italia di oggi: «Gli irrispettosi, quelli che arrivano in Pronto Soccorso e pretendono, e insultano. Siamo stanchi e fatichiamo adesso a tollerarli. (…) Qualche mio collega comincia a non trattenere la delusione: gli eroi, i balconi, le bandiere, è già finito tutto. Ma solidarietà ne riceviamo ancora. E, sì, speriamo in una Repubblica migliore». E pensare che tanti ritenevano che dal Coronavirus saremmo usciti migliori di prima, più buoni tutti. leggi anche l’articolo —> Coronavirus, i numeri di oggi: solo 178 casi in più, mai così pochi da inizio emergenza