2024 anno bisestile, anno bisesto, anno funesto? Chi lo sa, di sentenze di dubbia provenienza abbonda il patrimonio di credenze popolari. Al contrario, l’origine di quella particolarità che ogni quattro anni ci fa spuntare un giorno un più sul calendario è manifesta. Trae le proprie radici dalla storia e da una certa difficoltà, per gli uomini, di fare i conti con le stelle. Il 29 Febbraio si carica, nelle diverse culture, di rimandi e significati arcani, strettamente legati alla necessità di scandire il tempo e la sua sfuggevolezza. Perché chiamiamo anno bisestile quello con un giorno in più? Chi lo ha aggiunto e quando? Leggi anche: 22-02-2022, perché la data di oggi è palindroma: cos’è il raduno dei gemelli
È una lunga storia
Allineare la propria vita a quella dei moti celesti, un’impresa non facile, che ha richiesto millenni. Nello specifico, il tempo che la Terra impiega per fare un giro intorno al sole non è, udite udite, perfettamente divisibile di 24 ore in 24, ossia in giorni, bensì, vi è uno scarto di 6 ore in eccesso. Uno scostamento che ha procurato ai nostri avi non poche grane. Se infatti mantenessimo un calendario di 365 giorni senza l’anno bisestile, ogni quattro anni accumuleremmo un anticipo pari ad un giorno. L’utilità del giorno in più è presto detta, riequilibrare i calcoli, aggiungendo ogni anno 6 ore per quattro anni. Non è finita qui, sussiste infatti un doppio problema: la durata dell’anno astronomico non è 365 giorni e 6 ore ma, più precisamente, 365 giorni 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Una differenza non da poco se si pensa che anche il calendario bisestile dopo 400 anni genera un ritardo di circa 3 giorni. Per tale ragione, gli anni di fine secolo, essendo divisibili per 100, non vengono considerati anni bisesti a meno che non siano divisibili anche per 400. E l’incastro siderale è fatto.
Anno bisestile, una romana eredità
Ma chi furono i primi ad accorgersi dell’intoppo? Un po’tutti i popoli antichi ma il calendario impiegato da noi contemporanei deriva dai romani, per la precisione dalla volontà regolatrice di Giulio Cesare che, nel 46 a.C., impose nuove consuetudini. Prima del celebre generale, regnava il caos. Si tentava di correggere lo scarto aggiungendo un mese di tanto in tanto, con palesi soprusi e conflitti d’interesse da parte del Pontefice Massimo, autorità posta a capo dei calendari romani. Se le elezioni incombevano e a qualcuno tornava utile allungare i tempi della campagna elettorale, si assisteva non di rado ad ambigue manipolazioni, in eccesso o difetto, dei giorni che intercorrevano fra Febbraio e Marzo. Cesare, con l’ausilio di esperti matematici, riporta ordine ma verrà assassinato di li a poco, motivo per cui il primo anno bisestile della storia è l’8 a.C., anno della salita al potere di Ottaviano. Leggi anche: Che cos’è il solstizio d’estate e perché non cade sempre il 21 giugno
Anno bisestile, anno di passi importanti
Il 29 Febbraio si veste anche di connotati romantici. Il “leap year” o “anno dei saltatori” è l’anno delle proposte di matrimonio. Nel 1288, secondo l’antica legge scozzese, alle donne era concesso chiedere la mano al proprio partner solo negli anni bisestili. Un tempo più dilatato della vicina Irlanda, dove si credeva che per garantire alla coppia auguri di buon auspicio le giovani nubili potessero fare il grande passo solo un giorno ogni quattro anni. E se il giovanotto ha in serbo un due di picche? Paga pegno, un pound alla povera malcapitata! Scaltro espediente per tenere con le mani legate le più ardite o un’occasione da non perdere per le sventurate che si accompagnano a procrastinatori cronici e furbi libertini? In ogni caso, donne accorrete! Leggi anche: Giorni della merla, perché si chiamano così? Sono davvero i più freddi dell’anno?