Terminata la lunga arringa al Tempio di Adriano a Roma, Luigi Di Maio mette le sue dimissioni nero su bianco anche sui social. È a Facebook che affida le sue parole, immediatamente subissate da commenti e condivisioni. Sceglie il momento dello scioglimento del nodo alla cravatta come immagine simbolo del suo discorso, non prima di aver spiegato cosa quell’accessorio abbia significato per lui in questi anni. E non senza una certa frecciatina a qualche collega più ‘casual’.
Di Maio dimissioni: il post social di addio al Movimento
«Gianroberto Casaleggio, – recita il post condiviso da Di Maio sul social dopo le dimissioni – per tutti gli anni in cui l’ho conosciuto, mi ha fatto un solo e unico regalo: un libro che si intitolava “L’elogio della cravatta” di Mariarosa Schiaffino, era stato colpito dal fatto che la indossassi sempre, ogni volta che andavo da lui. E mi propose di approfondire il significato del tipo di nodo, perché anche il nodo della cravatta per lui e per quel libro era comunicazione. Tutto per Gianroberto poteva essere un modo per arrivare alla gente». Dunque prosegue: «La cravatta per molti in questi anni ha contraddistinto il mio operato da capo politico. Ora la portano tutti i miei colleghi, ma all’inizio non era così… – vanta l’ormai ex leader politico del M5S – Per me ha sempre rappresentato un modo per onorare la serietà delle istituzioni della Repubblica e il contegno che deve avere un uomo dello Stato. Oggi simbolicamente la tolgo qui davanti a tutti voi. Grazie a tutti. Vi abbraccio. E vi voglio bene».
«Eravamo 163 perfetti sconosciuti…»
Termina così l’operato di Di Maio a capo del Movimento di cui, nello stesso discorso, aveva ricordato gli esordi: «Eravamo 163 perfetti sconosciuti che godevano della fiducia dei due fondatori, Grillo e Casaleggio, e di milioni di elettori. Ho fatto di tutto in questi anni per proteggere il Movimento dagli approfittatori. Per uno che ci ha tradito, dieci ci hanno permesso di realizzare grandi cose, far approvare leggi che hanno migliorato l’Italia». Ma oggi, ha aggiunto: «Il Movimento si deve rifondare».
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