Puntuale come un orologio a Lugano, lo scandalo Achille Lauro scuote, fin dentro le fondamenta, il Festival di Sanremo. Non tanto per il brano, quel “Me ne frego” accusato di fascismo “alla cieca” non appena letto sui giornali, quanto per la performance. Avvolto in una tutina color carne assai aderente, il rapper romano ha sconvolto tanto il pubblico in sala quanto quello davanti alla televisione. Mai, nella lunghissima storia della manifestazione, qualcuno aveva osato presentarsi sul “sacro” palco della musica italiana vestito – o per meglio dire “svestito” in questo modo. Ma del resto Lauro ha fatto della provocazione la sua raison d’être. Probabile quindi che lui stesso fosse il primo ad attendere trepidante la mattinata di oggi, mercoledì 5 febbraio 2020, per raccogliere la pioggia di critiche, ma anche di consensi, sulla propria persona. Che non hanno certo aspettato il meriggio per arrivare.
Achille Lauro troppo “osè” a Sanremo: «Indecoroso!»
L’esibizione del vistoso cantante è stata giudicata da molti troppo eccessiva: l’associazione dei consumatori Udicon ha il compito di assurgere a “Santa Inquisizione”. «Davanti a milioni di telespettatori, tra cui tantissimi bambini, è andato in onda uno spettacolo indegno», tuona il presidente Denis Nesci, «Non siamo disposti a vedere scene come quella trasmessa in diretta nazionale su Raiuno, nel corso della prima puntata del Festival della Canzone Italiana. Che messaggio sarà arrivato ai tanti bambini che vedono insieme alle loro famiglie la televisione?», conclude adirato il Nesci.
Sanremo 2020: Festival dello svecchiamento o dell’esibizionismo?
«Achille Lauro può cantare ciò che vuole naturalmente», prosegue Nesci, presidente di una delle associazioni che tutela i consumatori, «Ma c’è modo e modo per farlo». Dito puntato anche contro il conduttore, e direttore artistico, Amadeus: «Questo naturalmente va imputato anche alla direzione artistica che ha permesso oltre questo, anche la presenza di Junior Cally, cantante che nel suo passato si mostra fautore della violenza sulle donne», tuona dal suo “pulpito” il Nesci, «L’obiettivo di ringiovanire il Festival di Sanremo non necessariamente deve passare dal portare sul palco dell’Ariston l’esibizionismo più sfrontato, questo non è più un Festival adatto ad una prima serata di Raiuno”. >> Tutto sul Festival di Sanremo 2020