Gianna Del Gaudio subiva in silenzio la violenza fisica del marito. Oltre quella verbale. Lo hanno dichiarato a processo le amiche, chiamate a testimoniare ciò di cui erano a conoscenza. Imputato Antonio Tizzani, accusato di averla sgozzata, aggredendola alle spalle, mentre faceva i piatti la notte del 26 agosto 2016.
Gianna Del Gaudio: scena del crimine, cosa è emerso a processo
L’imputato nega ogni addebito ma da quando le indagini hanno avuto inizio lui è stato l’unico indagato e sospettato di essersi macchiato dell’orrendo crimine. Dopo mezzanotte e un minuto di quella notte la vittima inviò un messaggio ad un’amica; subito dopo, si ipotizza, fu barbaramente accoltellata alla gola. Tizzani ha ribadito in aula di aver visto un uomo incappucciato scappare via dopo il delitto ma in realtà gli inquirenti non hanno trovato di lui traccia alcuna sulla scena del crimine. Non gli giova, inoltre, quanto dichiarato dai figli in sede di indagini preliminari, ovvero che tra lui e la moglie le liti erano frequenti, così come la violenza fisica e verbale che l’uomo le avrebbe inflitto tra le mura domestiche.
«Chiunque l’abbia uccisa ‘ha usato una vera forza’ e si è mosso dentro casa. Lo indicano alcune tracce di sangue, oltre all’ampio versamento sotto il corpo e alcuni schizzi accanto. Una ‘da gocciolamento’ è vicino alla scala che dal soggiorno porta al piano superiore». È da lì che, secondo la testimonianza in aula del maresciallo maggiore della Scientifica dei carabinieri, viene presa la borsa della vittima, trovata sporca di sangue sul pavimento: «Sembrava messa a terra come per volerla far notare». Trovata anche una macchia ematica sul lavabo e sul rubinetto del bagno accanto alla cucina. Negli scarichi, però, i Ris non hanno trovato residui di sangue tali da poter provare che il killer dopo l’omicidio si sia lavato. Questo particolare è stato evidenziato dalla difesa dell’ex ferroviere imputato.
Gianna Del Gaudio nascondeva le violenze del marito: parole incredibili all’amica
Delfina, vicina di casa della coppia e amica di Gianna Del Gaudio, è una testimone importante le cui parole hanno corroborato il movente della violenza domestica ipotizzato dalla Procura. La teste ha citato due episodi: uno datato e risalente agli anni ’90: «Gianna disse che era stato Tonino». Il secondo risale ad anni prima dell’omicidio: «…ma nell’ultimo anno, dopo che Gianna era andata in pensione, i litigi avvenivano anche 4 o 5 volte la settimana. Lei diceva ‘non ti permettere’ e lui ‘attenta a quello che fai’. È come se li sentissi oggi». Emerse a processo anche le sconcertanti parole che la professoressa Gianna avrebbe proferito fino al 2000 ad un’altra amica: «Piuttosto che separarmi sto insieme anche se le prendo», disse la donna mentre disquisiva di separazioni e divorzi con l’amica. Il marito della teste ha dichiarato di avere visto anche dei lividi sulle braccia e talvolta sui zigomi della povera Gianna.