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Giornata della lingua madre, Claudio Marazzini: «Dobbiamo essere orgogliosi dell’italiano»

21/02/2020 11:42 - Aggiornamento 21/02/2020 11:53

Oggi 21 febbraio 2020 ricorre la Giornata internazionale della lingua madre indetta dall’UNESCO vent’anni fa, in ricordo delle vittime della lotta per l’indipendenza della lingua bengalese. Un modo per ribadire l’importanza della difesa della lingua di ciascun paese e delle diversità glottologiche, punti di forza per la nostra stessa sopravvivenza. L’evento ricorda un fatto avvenuto proprio il 21 febbraio 1952. Quel giorno molti studenti dell’Università di Dacca furono uccisi dalle forze di polizia del Pakistan mentre protestavano proprio per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale. Per l’occasione Libreriamo ha intervistato il Presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini il quale ha spiegato quanto abbia valore l’italiano per la nostra nazione.

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Giornata della lingua madre, Claudio Marazzini: «Dobbiamo essere orgogliosi dell’italiano»

«Tutti i popoli devono essere orgogliosi della propria lingua, a maggior ragione gli italiani, la cui lingua è lo specchio di una tradizione culturale antica. La lingua madre di una Nazione è come la mamma per un figlio: ognuno deve amarla e non può sostituirla con un’altra in maniera artificiosa», ha affermato Claudio Marazzini, che dal 1990 è titolare della rubrica di lingua “Parlare e scrivere” sul settimanale “Famiglia cristiana”. Autore di diversi libri, saggi in rivista nazionali e internazionali, edizioni critiche, Marazzini si è occupato di temi di straordinaria importanza, come la questione della lingua, i dialetti e la storia della grammatica e della lessicografia.

Giornata Lingua Italiana

«Gli italiani hanno avuto un’identità molto forte»

Nel corso dell’intervista rilasciata per la Giornata della Lingua Madre il presidente dell’Accademia della Crusca ha chiarito cosa rende unica la nostra parlata: «Una caratteristica molto speciale della nostra lingua è quella di aver creato un’unità ancor prima dell’esistenza di uno Stato, mentre solitamente una lingua tende a formarsi dopo la creazione di uno Stato politico. Gli italiani hanno avuto un’identità molto forte, raggiungendo in primis la classe dirigente dalla Sicilia fino alle Alpi già molti secoli prima che ci fosse uno Stato politico. Proprio per questo, la nostra è una lingua che ha fatto delle conquiste di pace: tra tutti i paesi europei, siamo quelli con una tradizione coloniale minore rispetto ad esempio a francesi ed inglesi, sintomo di una forte identità culturale interna».

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«Una lingua con una tradizione così non può che stare bene»

Claudio Marazzini ha speso qualche parola anche sulle condizioni di ‘salute’ dell’italiano, talvolta mortificato in televisione o sui social network: «Una lingua con una tradizione così non può che stare bene, mentre sono gli italiani a non stare benissimo: e recenti ricerche e studi internazionali non ci vedono ai primi posti, esiste un deficit nonostante esportiamo eccellenze a grandissimo livello, abbiamo difficoltà a formare un cittadino italiano medio sufficientemente acculturato». Il professore ha concluso: «Più si guardano modelli stranieri e si importano nella nostra lingua, peggio andranno le cose».

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