L’emergenza coronavirus ha spinto il governo a correre ai ripari, e se questo implica misure drastiche poco importa: è assolutamente necessario evitare il picco dei contagi che, nella sola Lombardia, potrebbe raggiungere gli ottomila ricoveri ospedalieri entro il prossimo 22 marzo. Le stime, elaborate dagli esperti dell’Unità di crisi su modelli matematici, rischiano di avverarsi se falliscono le misure di contenimento. L’appello è che si seguano imperativamente le linee guida dettate dal governo.
Coronavirus Lombardia, picco di 8.000 contagi da evitare
Gli ultimi dati sul coronavirus – aggiornati a giovedì 5 marzo – riferiscono di 2.251 casi positivi in Lombardia, di cui 1.169 ricoverati in ospedale, 244 in terapia intensiva e 98 deceduti. La previsione, come anticipato, è che si possano registrare, nella sola Regione focolaio dell’epidemia, ottomila nuovi ricoveri in ospedale, di cui 1.250 gravi e 400 in terapia intensiva entro il 22 marzo 2020. I numeri sono elaborati sulla base di modelli matematici dagli esperti dell’Unità di crisi e rischiano di avverarsi se non si seguono le regole per la prevenzione. È dunque importante modificare le abitudini quotidiane, limitando al massimo le occasioni di contagio e, per chi è anziano o fragile, rimanendo a casa. La chiusura delle scuole e il divieto di sovraffollamento rientrano tra le misure utili ad evitare il picco.
I numeri della curva epidemiologica
Gli appelli del governatore della Lombardia Attilio Fontana e dell’assessore alla Sanità Giulio Gallera seguono la matematica dei contagi: numeri che servono per capire l’evolversi della curva epidemiologica e che, aggiornati al 3 marzo, mostrano un preciso andamento:
un contagiato giovedì 20 febbraio,
poi 33 il 21,
114 il 23,
172 il 24 (più 51%),
240 il 25 (più 40%),
305 il 26 (più 27%);
403 il 27 (più 32%),
531 il 28 (più 32%),
615 il 29 (più 16%),
984 il primo marzo (più 60%),
1.245 il 2 (più 27%) e
1.520 il 3 (più 22%)
Tra i contagiati da coronavirus, il 12% sono operatori sanitari; il 23% dei malati fa parte della “zona rossa” che coincide con il Lodigiano, il 6% di Nembro e Alzano, il 5% di Cremona e il 66% del resto della Lombardia, a conferma della rapida espansione del virus. L’aumento dei contagi implica necessariamente un incremento dei ricoveri: gli ospedali si riempiono, i pronto soccorso sono sotto stress, i reparti sono costretti a sospendere le attività di ricovero ordinarie, mentre le terapie intensive e sub-intensive ospitano dal 10 al 15% degli ammalati. È necessario, quindi, aumentare la capacità ricettiva del sistema sanitario: occorrono 200 nuovi posti in rianimazione, 100 in terapia sub-intensiva, 150 in pneumologia, 100 nelle malattie infettive. È importantissimo dunque anche l’auto-isolamento di tutti i sintomatici, la raccomandazione principale è dunque: «Se hai la febbre stai a casa».