Coronavirus e anziani, le case di riposo “sono delle vere e proprie bombe ad orologeria pronte ad esplodere, con 500mila anziani in condizioni di grande fragilità che rischiano di essere contagiati”. L’allarme arriva dallo Spi-Cgil, il sindacato dei pensionati, che ha registrato negli ultimi giorni un aumento esponenziale di casi di Coronavirus in strutture residenziali in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Marche dove sono attivi i principali focolai.
>> Coronavirus, i dati del 22 marzo: superati i 5mila decessi
“Quando il virus entra in questi luoghi fa una strage”
”Quando il virus entra in questi luoghi – si legge in una nota diffusa dal sindacato – fa inevitabilmente una strage, come purtroppo sta già avvenendo in diverse parti d’Italia. Ci appelliamo per questo al governo, alla Protezione civile, alle Regioni e ai Comuni perché prendano con urgenza tutte le iniziative necessarie a scongiurare uno scenario che altrimenti rischia di diventare drammatico”, dicono dallo Spi-Cgil che annota peraltro come “da troppe parti ci segnalano che il personale socio-sanitario non è sufficientemente dotato dei dispositivi di protezione individuale, aumentando così le possibilità di contagio”.
”Un altro grave problema da affrontare – conclude il sindacato – è quello della solitudine di questi anziani. La maggior parte di loro infatti non ha più alcun contatto con le proprie famiglie e si sente abbandonata. Chiediamo per questo che si preveda uno stanziamento di risorse per dotare queste strutture di strumenti tecnologici con cui far comunicare gli ospiti con l’esterno”.
Coronavirus e anziani, l’età media dei deceduti in Italia è di oltre 79 anni
Secondo gli ultimi dati confermati disponibili il 71,1% dei decessi è avvenuto in Lombardia, il 17,3% in Emilia Romagna, il 3,9% in Veneto. L’età media dei pazienti deceduti, positivi al Covid-19 è di 79,5 anni. Le donne che hanno perso la vita rappresentano il 30% dei decessi. L’età media dei pazienti che hanno contratto il coronavirus è di 63 anni. >> Tutte le notizie sul coronavirus