Coronavirus in Italia, terza parte del nostro racconto. I medici e altro personale del settore medico, in prima linea contro il COVID-19, sono gli indiscussi eroi del momento. Fino a oggi hanno dato la loro vita più di 100 di loro. Ma come sempre capita in tempi difficili, ci sono tanti eroi. Si trova eroismo anche nei posti più improbabili.
Forse tra i più umili ci sono i braccianti delle campagne. Quelli che lavorano dalla mattina alla sera per portare il cibo alle nostre tavole. Molti di loro sono Asiatici, originari dell’India o del Pakistan, e altri dell’Africa sub-sahariana. Spesso sotto pagati e maltrattati, con il loro duro lavoro permettono ai camion pieni di frutta, verdura, latte e formaggio di raggiungere ogni mattina negozi di alimentari e supermercati. La situazione è molto più difficile per loro in questo momento, perché manca manodopera stagionale dell’Europa dell’est, che spesso arriva in Italia in primavera ed estate per lavorare. In più, molti lavoratori dell’est Europa sono tornati a casa a fino febbraio – inizio marzo per paura del COVID-19. Ma adesso, a causa dei collegamenti sospesi, si trovano bloccati nei loro paesi. Invece, i lavoratori asiatici e africani, molti dei quali sono illegalmente in Italia o ingaggiati in nero, sono rimasti. Così per loro i turni di lavoro sono massacranti. E con l’arrivo dell’estate, la mole di lavoro nei campi aumenterà. Poi ci sono quelli che lavorano nel trasporto e nella logistica. Anche loro una categoria sotto pagata e soggetta a un ritmo di lavoro serrato. E le persone nei supermercati e mercati rionali che sono molto esposte al rischio di contagi.
E poi, ci sono storie personali che debbono esser viste da vicino per capire quanto di buono vien fuori da molte persone in questi tempi di crisi. Come, a esempio, presso il benzinaio vicino casa. La stazione di servizio di Filippo è, in tempi normali, come un formicaio. Si trova in una via di grande transito nella zona EUR di Roma, ubicata tra una scuola elementare e un grosso centro commerciale. A parte la benzina, offre un buon servizio di autolavaggio, un bar con ottimo caffè e un tabaccaio ben fornito. Effettua anche piccole riparazioni, come cambiare lampadine e, per i vecchi clienti, porta a destinazione l’automobile per la revisione. È un gran lavoratore: è sul posto di lavoro dalle 6:30 alle 20. Ci sono tra i cinque e dieci lavoratori dipendenti – non li ho mai contati invero, ma dal gran viavai che c’è sembrano un esercito. Sono quasi tutti originari dell’India o del Bangladesh. E poi, tra loro, c’è Filippo che corre da una parte all’altra, dando una mano a tutti quando serve. Ma sempre con un sorriso.
Ma adesso la stazione di servizio è deserta. Nei quarti d’ora trascorsi lì, non è entrata neanche un’auto ultimamente. Il bar e l’autolavaggio sono chiusi. Filippo afferma che da febbraio le attività andavano molto a rilento, particolarmente da quando è stata chiusa la scuola. Da inizio marzo, dice, l’attività è praticamente morta.
E gli operai? Ha mandato tutti a casa, visto il poco lavoro e per non far correre alcun rischio alla loro salute. E gli stipendi? Pagati al 100% e in tempo! Dice che normalmente lavora con loro dalla mattina alla sera; alcuni stanno con lui da dieci anni. “Siamo come un famiglia” dice Filippo, “uno degli operai ha due figli e mia mamma sta sempre in contatto con la moglie per qualsiasi aiuto, e con la scuola, con i medici”. Spera che l’aiuto economico promesso dal governo alle imprese arrivi al più presto, ma intanto afferma che i suoi operai hanno spese ordinarie da affrontare, e debbono anche mangiare. Hanno diritto al loro stipendio. Grande Filippo!
Gli autori
Daud Khan vive tra Pakistan e Italia. Ha studiato alla London School of Economics, l’università di Oxford e all’Imperial College of Science and Technology di Londra. Ha lavorato come economista e consigliere per vari paese e enti come Banca Mondiale e la FAO.
Marcello Caruso è uno scrittore e giornalista indipendente che vive in provincia di Latina.