Il Coronavirus cambierà nettamente la nostra realtà e anche la scuola come la conoscevamo per un po’, o per sempre, sarà molto diversa. In questi giorni si sta ragionando sui probabili sviluppi del sistema scolastico. C’è chi parla di lezioni nei parchi, didattica online e aule rimodulate. Tutto bello, ma i conti non tornano. Le proposte che si stanno facendo risultano quasi irrealistiche per la scuola o meglio per il portafoglio delle istituzioni scolastiche. Queste nuove possibilità sembrano accessibili solo per chi ha risorse, spazi adatti, contesti accoglienti. Insomma, per chi è avvantaggiato, e magari anche prima del virus riusciva a fare scuola in maniera «creativa».
Coronavirus scuola: il futuro
Le prime settimane, afferma la ministra, saranno dedicate «a chi è rimasto indietro». Giusto. Già qui iniziano i primi dubbi su questa proposta. I corsi di recupero per essere efficaci nel poco tempo disponibile dovranno essere intensivi. Viene da chiedersi: ha senso sottoporre alunni con difficoltà di apprendimento a uno sforzo eccezionale con l’ansia di rimettersi in fretta «al pari degli altri»? Probabilmente no. Ma nemmeno ripartire ignorando le carenze. I risvolti pedagogico-didattici del recupero a settembre mostrano già la magnitudine dei problemi. Ecco perché i conti non tornano.
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Altre soluzioni
Ci sono diverse ipotesi sul ritorno in aula, per evitare l’affollamento i gruppi classe verranno divisi. Qui già sorgono i primi dubbi: aumenteranno il personale scolastico o diminuiranno le ore degli studenti? Altra proposta è dividere le ore: un po’ online e un po’ in classe, ma anche in questo modo il lavoro dell’insegnante aumenterebbe e le ore pure, quindi la scuola avrebbe i fondi per permettersi gli stipendi? Qualcuno propone per un po’ una didattica esclusivamente online, ma anche in questo caso vanno fatti i conti con la realtà. Innanzitutto questo non vale per tutte le materie, tipo ginnastica non la puoi fare online, inoltre in questi giorni si è notato come la didattica online abbia messo in luce le differenze sociali tra gli studenti per non parlare del fatto che i genitori non hanno tempo e soldi per stare tutto il giorno a casa con i figli. Si deve puntare al ritorno a scuola, per farlo si deve ascoltare le associazioni di sindacati e probabilmente pensare ad un anno con orari ridotti per gli studenti. –>Altre news