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Campania ospedali Covid, polemiche sul mancato utilizzo: non sono stati necessari

15/05/2020 21:00

Il caso Campania, durante l’emergenza coronavirus, è stato definito singolare, un po’ come tutto il sud d’Italia. In quella regione, infatti, il numero di contagiati è stato contenuto e le motivazioni sono svariate. Nemmeno la crisi sanitaria, però, è riuscita a bloccare le polemiche e così, addirittura, si è arrivati a denunciare la mancata pandemia e di conseguenza lo sperpero di denaro per la costruzione di ospedali Covid in Campania che, a conti fatti per fortuna, non sono stati utilizzati.

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Campania ospedali Covid

Campania ospedali Covid, un sistema sanitario regionale inaccettabile

Se la Campania non è stata invasa dal Coronavirus, però, non si può che ringraziare. Tutti gli italiani conoscono la situazione degli ospedali della Regione, che probabilmente sarebbero letteralmente collassati se avessero dovuto affrontare il Covid in tutta la sua aggressività. E nonostante questo, si può dire che a marzo, con il virus, in Campania si sia scagliato un terremoto. Tutti gli operatori sanitari, gli infermieri, i medici hanno dovuto affrontare una situazione sconosciuta: evitare il sovraffollamento ospedaliero per ridurre il rischio di diffusione. Come gli altri, per scongiurare i contagi e le continue sanificazioni si sono dovuti attrezzare con rigidi protocolli e cautele. Ma se il punto di partenza è già tragico, quello di arrivo non può essere che peggio. Perché quella del sistema sanitario campano è una vera e propria piaga regionale. Anche senza coronavirus.

Alla luce di tutto questo, comunque, si sono attivati per rispondere all’emergenza coronavirus spendendo 15,5 milioni per tre strutture. Sette milioni solo per l’ospedale modulare di Ponticelli, che oggi ospita cinque pazienti. Uno spreco? Forse sì, come può esserlo l’ospedale Fiera di Milano, ma questo ci ha permesso di dirlo solamente il tempo. Alcuni hanno denunciato lo sperpero di soldi, che potevano essere utilizzati per ristrutturare gli ospedali malandati di Napoli. Purtroppo, però, bisogna considerare anche i tempi di realizzazione e il contesto in cui sono nati questi punti Covid: senza l’emergenza non sarebbero mai stati creati in soli 40 giorni.

Campania ospedali Covid

Campania ospedali Covid, polemica sul mancato utilizzo delle strutture

“Andava costruito a marzo l’ospedale”, è stato detto durante l’inaugurazione al direttore dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva. A marzo, però, era impossibile conoscere il futuro: in più solamente il 10 di quel mese è iniziato il lockdown e tre settimane dopo, il 6 aprile, i residenti di Ponticelli hanno accolto tra gli applausi i 57 camion partiti da Padova in direzione Ospedale Del Mare. L’allerta era alta, ci si aspettava di doversi confrontare con il virus da un momento all’altro. E per fortuna così non è stato.
Ed è proprio per questo che oggi le polemiche sui milioni di euro utilizzati per costruire i tre ospedali modulari tra Napoli, Caserta e Salerno, risultano sterili. La Campania ha cercato di farsi trovare pronta in caso di necessità, ma bisogna ricordare da che punto iniziava la sua difesa. Il vero scandalo, è il sistema sanitario regionale, e come è andato avanti tra un taglio e l’altro fino a oggi.
MEDICI ARRESTATI NAPOLI ASSENTEISMO

Speranza: “Necessario aggiungere posti in terapia intensiva”

A questo punto dovrebbe intervenire lo Stato. Secondo il ministero della Salute, guidato da Roberto Speranza, la priorità resta quella di “potenziare le terapie intensive”. Quindi, come si legge all’articolo 2 nella sezione relativi agli interventi previsti per la sanità, “le Regioni devono, tramite un piano di riorganizzazione, incrementare l’attività in regime di ricovero in Terapia intensiva e in aree di assistenza ad alta intensità di cure, rendendo strutturale sul territorio nazionale la dotazione di almeno 3.500 posti letto di terapia intensiva”.
Questo, però, considerando solo l’emergenza che, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, potrebbe ripresentarsi in modo consistente di nuovo dopo l’estate. Ora infatti l’obiettivo è quello di 0,14 posti per mille abitanti in ogni Regione. Considerando la Campania, che ha quesi 6 milioni di abitanti, mancherebbero circa 300 posti in terapia intensiva. Oggi, infatti, grazie anche ai nuovi ospedali d’emergenza, ne sono presenti 520 quando ne servirebbero almeno 820. Compresi quindi anche quelli che alcuni definiscono al momento “inutili”.
Il Governo, inoltre, ha reso disponibile una “dotazione di 300 posti letto suddivisa in 4 strutture movimentatili. Per ciascuna struttura è prevista una dotazione di 75 posti letto”, per un periodo di massimo 4 mesi dalla data di attivazione. Stando all’ultimo decreto, quindi, in Campania ci sarebbe ancora la possibilità di creare un’altra struttura oltre a quelle di Napoli, Caserta e Salerno. In ogni caso non sarà sufficiente: servirebbe senza dubbio un piano più strutturale per intervenire su un sistema regionale che non funziona. >>Tutte le notizie di UrbanPost

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