Elena Ceste, Michele Buoninconti revisione processo: a Quarto Grado, nella puntata andata in onda venerdì 5 giugno 2020, per la prima volta l’investigatore che fa capo al nuovo pool difensivo dell’ex vigile del fuoco condannato in via definitiva a 30 anni di carcere per l’omicidio della moglie.
“Michele Buoninconti è innocente e lo dimostreremo”: indagini difensive in corso
“Michele Buoninconti è innocente, e lo dimostreremo”. Così Davide Cannella, ex carabiniere oggi investigatore privato, assoldato dalla famiglia Buoninconti per far riaprire le indagini sulla morte di Elena Ceste ed ottenere, quindi, la revisione del processo. Fallito il tentativo di rinvenire resti della donna nel tubo di scolo nel quale la difesa ipotizza Elena sia finita, poi trasportata dall’acqua fin nel punto in cui fu rinvenuto il suo corpo, il team investigativo non si dà per vinto. L’obiettivo è quello di scardinare i capisaldi dell’accusa. Come? Cercando le prove dell’ipotizzato errore giudiziario proprio tra le carte dell’inchiesta.
Buoninconti, è noto, si professa innocente. Lui e chi lo difende sostengono che Elena in preda a delirio psicotico la mattina del 24 gennaio 2014 si sia denudata ed abbia girovagato vicino casa, nelle campagne. Sarebbe finita accidentalmente nel canale di scolo del Rio Mersa, distante meno di 1 km dalla sua abitazione e poi, persa conoscenza, sarebbe morta per ipotermia. L’esame autoptico – su questo punto batte tanto il pool difensivo dell’ex vigile del fuoco – non ha mai dimostrato l’effettiva causa di morte. Lo stato dei resti della donna infatti non ha mai permesso di appurarlo. La morte per strangolamento, dunque, è stata solo ipotizzata.
I testimoni hanno mentito? L’investigatore Cannella solleva dubbi in merito
Cannella solleva dei dubbi sulla sincerità dei testimoni sentiti in fase di indagine e ipotizza che qualcuno di loro abbia mentito. “Come è possibile – stando alla ricostruzione della accusa – che i vicini di casa non abbiano visto niente?”. Non abbiano, cioè, scorto Michele Buoninconti caricare il cadavere della moglie nel baule dell’auto. Nessuno lo avrebbe nemmeno visto allontanarsi in auto dalla sua abitazione per dirigersi nel Rio Mersa, dove avrebbe scientemente nascosto il corpo della donna. Per Cannella gli abiti puliti e piegati sul terreno, vicino al cancello di ingresso, li avrebbe lasciati proprio Elena “Per poi seguire qualcuno che l’ha chiamata […] Elena è stata spiata, ne abbiamo quasi certezza, aveva paura”. Potrebbe interessarti anche —> Michele Buoninconti revisione processo: niente Dna di Elena Ceste nel Rio Mersa ma le indagini vanno avanti