Ciontoli nuovo processo, l’appello bis sull’omicidio di Marco Vannini disposto dalla Cassazione avrà inizio il prossimo 8 luglio 2020. In vista del dibattimento, l’avvocato Celestino Gnazi, che rappresenta la famiglia di Marco, “ha presentato venerdì 19 giugno in Procura a Roma un’ istanza istruttoria/memoria (ex art.603 cpp)“. Lo fa sapere la redazione online di Quarto Grado.
Ciontoli nuovo processo: le richieste dei Vannini in una istruttoria
In sostanza, la difesa della famiglia Vannini chiede di considerare “la testimonianza della vicina di casa dei Ciontoli, Maria Cristina, che intervistata raccontò delle urla disperate di Marco”. Le sue parole, infatti, contrastano radicalmente con quanto testimoniato in aula dagli imputati, i quali hanno sempre sostenuto che “Marco non ha mai urlato, al massimo si lamentava ad alta voce”.
I Vannini chiedono inoltre di riascoltare gli infermieri del 118 Cristian Cutini e Ilaria Bianchi e che sia analizzata la consulenza audio sulla telefonata al 118 effettuata dalla società americana Emme-Team. Il programma Mediaset ne ha inoltre già rivelato i contenuti e mandato in onda l’audio ripulito in cui si percepisce chiaramente che le suppliche di Marco agonizzante non furono ascoltate dai membri della famiglia Ciontoli. Durante le drammatiche ore in cui il giovane, con un proiettile in corpo, chiedeva gli venisse consegnato il cellulare e si lamentava per il dolore straziante subìto, nessuno gli diede ascolto.
Riascoltare la vicina di casa Ciontoli: la richiesta dei Vannini in vista dell’Appello-bis
“Dalla pulizia audio emerge che Marco ‘richiese reiteratamente che gli fosse consegnato il telefono’, circostanza rifiutata con fare aggressivo dalla fidanzata Martina e dalla madre di lei, Meri Pezzillo”. Lo scrive Quarto Grado nel suo post. Un audio importante “per ribadire la consapevolezza della famiglia Ciontoli della gravità delle condizioni di Marco, e la ‘terrificante sensazione di segregazione della vittima, con incomprensibile disprezzo per la sua incolumità'”.
La difesa dei Vannini chiede inoltre che sia riconsiderata “l’intercettazione ambientale, ripulita con strumenti professionali di alto livello, in cui Federico Ciontoli dice al padre Antonio ‘Glielo devi dire il fatto che l’ogiva ti sembrava una ciste'”. E ribadisce – scrive l’istruttoria – “nuovamente la loro consapevolezza piena di quanto era accaduto”. Potrebbe interessarti anche —> Ciontoli nuovo processo, Meluzzi: «Viola Giorgini possibile anello debole del sistema di menzogna»
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