Sono verità allarmanti quelle che emergono dalla relazione della Commissione ispettiva voluta dal governatore del Veneto Luca Zaia in seguito alla morte di quattro neonati all’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento, a Verona, a causa di un batterio killer. Cinquantadue le pagine che portano a galla sottovalutazioni e scarsa cura per l’igiene, come ad esempio il non rispetto dei protocolli sulla sterilizzazione delle mani del personale medico-infermieristico ma anche di genitori presenti nei reparti sotto accusa. Si riferisce della presenza del batterio sui filtri rompigetto dei rubinetti – dunque nell’acqua – e sui biberon, sia sulla superficie esterna che su quella interna.
Leggi anche >> Covid bollettino oggi 1 settembre, i nuovi contagi 978: aumentano ricoverati in terapia intensiva
Verona batterio killer: la relazione della Commissione voluta da Zaia
Preoccupanti anche i numeri dell’infezione da Citrobacter: fra il 1° aprile del 2017 e il 1° luglio del 2020, “sono stati identificati – si legge nella relazione sulla situazione medico-sanitaria del nosocomio veronese – 91 soggetti positivi per Citrobacter koseri”. Di questi “complessivamente 9 pazienti hanno sviluppato una patologia invasiva” e 4 sono morti. Andando a ritroso fino al 2015, poi, il numero di bambini infettati dal batterio salgono addirittura a 100, di cui 98 fra Terapia intensiva neonatale e pediatrica e due in Pediatria.
Dalla documentazione della Commissione risulta, inoltre, come dopo l’interruzione dei controlli per via del Coronavirus, alla ripresa dello screening, “persista una elevata circolazione del batterio tra i neonati ricoverati in Terapia intensiva neonatale. Nei primi 5 mesi del 2020 sono stati interessati il 33,6% dei neonati e, in alcuni momenti, – come riportato dai verbali – il coinvolgimento ha riguardato il 75% dei soggetti ricoverati”.
L’ospedale ha taciuto l’epidemia in corso
“Esiste – si legge tra l’altro nella relazione – l’evidenza di una mancanza di comunicazione degli eventi a Regione veneto e Azienda Zero (la centrale amministrativa della sanità veneta)”, diversamente da quanto “stabilito dalle direttive regionali e Nazionali”. L’ospedale ha, dunque, taciuto l’esistenza dell’epidemia in corso “fino alla mail del Risk Manager del 22 giugno. Si sottolinea – precisa la documentazione – come tale comunicazione sia successiva alla costituzione della presente Commissione”. >> Gioele Mondello: in corso analisi su cranio e resti di bambino rinvenuti a Caronia