Il nuovo Decreto Coronavirus entrerà in vigore lunedì 7 settembre 2020 e sarà valido fino al 30 dello stesso mese. Col dpcm permane l’obbligo di sottoporsi a tampone per chi torna dai sedici Paesi definiti a rischio, con una sola eccezione: chi si trova all’estero potrà entrare da noi per raggiungere «la persona con cui ha una stabile relazione affettiva, anche se non convivente». Il nuovo Dpcm prevede anche mascherine obbligatorie al chiuso e in tutti quei luoghi aperti dove è possibile mantenere il distanziamento, il divieto di assembramento, il limite di capienza per i trasporti pubblici fissato all’80%. Nessun allentamento dunque, la risalita dei contagi costringe il governo ad agire seguendo la linea della prudenza.
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Nuovo decreto Coronavirus cosa cambia? Novità su tamponi, trasporti e rientri dall’estero
La regola per gli accorgimenti anti contagio non cambia: “Ai fini del contenimento della diffusione del virus Covid-19, è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza. Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina ovvero i soggetti che interagiscono con i predetti». Per quanto concerne i mezzi pubblici, come dicevamo in apertura, si è fissata la capienza limite all’80%. Per gli scuolabus l’esecutivo ha stabilito che i mezzi potranno viaggiare con la capienza massima consentita nel caso in cui “la permanenza degli alunni nel mezzo” non sia “superiore ai 15 minuti“.
Le partite di calcio si giocheranno al chiuso: pugno di ferro per i luoghi della movida
Il nuovo provvedimento del governo conferma la validità dell’ordinanza firmata il 12 agosto dal ministro della Salute Roberto Speranza per controllare chi torna dalle vacanze o comunque da un periodo trascorso all’estero. Come pure permane il pugno di ferro per i luoghi della movida: resta in vigore l’ordinanza del 16 agosto scorso che ha disposto la chiusura delle discoteche e «l’obbligo dalle ore 18 alle 6 di usare protezioni delle vie respiratorie anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea o occasionale». A porte chiuse si continueranno a giocare le partite di calcio. Leggi anche l’articolo —> Navi quarantena, quanto costano allo Stato italiano e perché potrebbe risparmiarsele