“Avere voce in capitolo significa avere una certa autorità e godere di un certo credito. Ma che cos’è il capitolo?”. Questa è stata la domanda che il conduttore di “Chi vuole essere milionario?”, Gerry Scotti, ha posto al concorrente Damiano Aresu, durante la puntata di ieri, 22 ottobre 2020. La natura del mondo di dire è stata quindi oggetto della dodicesima domanda che portava a scalare i 70mila euro. Ma da dove deriva la famosa espressione e qual è il vero significato?
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Avere voce in capitolo
Parte del nostro vocabolario quotidiano, “avere voce in capitolo” è da sempre un modo di dire molto usato. Andando a scavare l’origine del termine si scopre che ha fondamenta nel passato, nello specifico nel mondo ecclesiastico. La frase infatti, nasce nell’ambiente cattolico quando, i religiosi avevano il diritto di voto nei cosiddetti capitoli. I capitoli erano dei collegi tenuti da canonici che erano responsabili di una chiesa. Si tenevano dunque delle assemblee ecclesiastiche che portavano poi a perdere decisioni di varia natura ma, non tutti potevano prendere parte a quest’ultime. Da qui l’espressione “voce in capitolo”. Quindi chi per diritto aveva più potere era chi poteva partecipare a queste riunioni chiamate appunto capitoli.
Cosa erano i capitoli?
Il capitolo o collegio, nel mondo della Chiesa cattolica ma anche nell’anglicanesimo e nel luteranesimo scandivano stava a indicare una specie di consiglio. Un’assemblea dove potevano partecipare solo i religiosi aventi una certa autorità normativa o personalità giuridica. Il capitolo era quindi un soggetto autonomo che aveva il potere decisionale nei confronti dei propri membri, quindi solo chi partecipava alle assemblee aveva il diritto di voto o di partecipare ai dibattiti. In alcuni casi aver diritto al capitolo non significava poter prendere parola. Infatti, nei monasteri dei monaci benedettini, anche se alcune personalità religiose erano ammesse al capitolo, solo i monaci stessi avevano il diritto di poter parlare ed esprime opinioni. Oggi nella Chiesa cattolica, nello specifico negli istituti di vita consacrata, il capitolo è la riunione di tutti i religiosi di un monastero. Riunisce i monaci di tutta una provincia o di una congregazione, dove si prendono decisioni importanti riguardanti la vita religiosa comune dei membri di quell’istituto. >> tutte le notizie di cultura