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Il tampone è positivo, ma nessuno la informa e lei continua a lavorare in ospedale

30/10/2020 16:02 - Aggiornamento 30/10/2020 16:34

A Palermo un’infermiera positiva al Covid ha continuato a lavorare per una settimana in ostetricia, poiché nessuno le ha comunicato l’esito del tampone. E’ successo all’ospedale Cervello, dove l’azienda sanitaria “sta procedendo a tutte le verifiche del caso”.

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Palermo infermiera positiva

Palermo infermiera positiva in reparto per una settimana

L’infermiera si era sottoposta al tampone tra il 19 e il 20 ottobre. In attesa dell’esito, aveva continuato a lavorare nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale Cervello. Per una settimana, quindi, l’infermiera ha continuato ad essere in contatto con colleghi e pazienti, rischiando di far dilagare il virus. La donna ha scoperto l’esito solo quando si è sottoposta al secondo tampone. In questa occasione, ha chiesto di sapere l’esito del primo test, eseguito 10 giorni prima. Alla notizia dell’esito positivo, l’infermiera stessa avrebbe chiamato le forze dell’ordine per denunciare l’accaduto, generando tensione in ospedale. Gli ambienti dove la professionista ha lavorato negli ultimi giorni sono stati sanificati. Ciò non toglie che l’azienda dovrebbe contattare i pazienti che sono entrati in contatto con l’infermiera positiva, come ha denunciato Vincenzo Munafò, segretario provinciale della Fials-Confsal su PalermoToday.

Un errore burocratico

Secondo il commento del sindacato dei medici Cimo, l’errore sarebbe da imputare alla burocrazia. “Il tampone arriva al Laboratorio di Microbiologia con nome e cognome del Dipendente ma senza l’indicazione dell’unità operativa. In questo modo la Microbiologia non può informare il dipendente né l’unità operativa di appartenenza ma si limita a mandare, spesso di notte, una mail alla direzione sanitaria che deve farsi carico della successiva comunicazione all’interessato. Un giro che potrebbe essere evitato per snellire la comunicazione e renderla più sicura ed efficace. Bisogna evitare il ripetersi di questi errori”, è il commento del Cimo riportato da PalermoToday.

Errore burocratico o meno, lo sbaglio deriva dall’esclusione del personale sanitario dall’obbligo di quarantena, se non in caso di sintomi manifesti. A stabilirlo era uno dei decreti di inizio marzo. Ma questa pratica potrebbe avere “effetti collaterali pericolosi e bisognerebbe rivederla”, ha detto Munafò. Egli inoltre aggiunge: “Il cittadino che gira per la strade senza mascherina viene multato. Di fronte a un caso del genere invece non diciamo nulla? Gli ospedali stanno scoppiando, così non potremo andare avanti a lungo. E’ normale che il virus si diffonda a macchia d’olio se questo è il modo in cui vengono gestite le situazioni di crisi.” >> Tutte le news di UrbanPost

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