Morte Mario Biondo, le indagini sul caso andranno avanti per altri sei mesi. Il tribunale di Palermo ha quindi accolto la tesi della famiglia, secondo cui il cameraman non si sarebbe suicidato, ed il Gip di Palermo disposto una proroga delle indagini.
La posizione del corpo, le ferite anomale ed altre contraddizioni da chiarire
Che sulla scena del ritrovamento del corpo vi fossero tante anomalie mai davvero spiegate, ormai, è cosa nota. Dalla posizione del cadavere appeso alla libreria, con gli oggetti in ordine sulle mensole, alle strane ecchimosi sul corpo di Mario non certo compatibili con l’impiccamento. I piedi di Mario toccavano terra, il nodo largo della pashmina di seta intorno al suo collo non avrebbe mai potuto provocare le ferite che il 30enne palermitano aveva tra collo e mento. La famiglia Biondo lo grida dal 30 maggio 2013 che Mario non si è suicidato. Che qualcuno lo ha ucciso e poi ha ‘appeso’ il suo corpo ormai esanime alla libreria della casa di Madrid, dove viveva con la moglie Raquel Sanchez Silva, per inscenare il suicido. Da anni si batte per poterlo dimostrare e scalzare una volta per tutte la pista del suicidio, con la quale gli inquirenti spagnoli archiviarono il caso in tutta fretta.
Queste ed altre contraddizioni “non consentono di poter condividere l’esito al quale sono pervenuti sia l’autorità giudiziaria spagnola che l’ufficio del pubblico ministero e cioè che Mario Biondo si sia suicidato”, scrive il gip Roberto Riggio nella sentenza. Tutto (o quasi) da rifare, quindi. Dovrà essere ricostruita la scena del ritrovamento del corpo, la causa delle ferite sullo stesso, in primis quella del solco dietro alla nuca che “non può di certo essere ricondotta alla pashmina”, precisa il Gip.
Accessi sospetti al pc di Mario post mortem: un giallo ancora da chiarire
Vi sono anche altri elementi che stridono con l’ipotesi suicidaria. Riguardano ad esempio il pc in uso a Mario Biondo all’epoca dei fatti. File cancellati e modifiche apportate alle password dopo che il cameraman era morto. “Ci si riferisce alle evidenti e oggettive falsità – scrive il Gip – della vedova Raquel Sanchez Silva in ordine alle manomissioni e alle cancellazioni di file”. Dopo la morte di Mario, infatti, qualcuno ha installato un sistema di controllo da remoto e si è connesso a una rete internet accedendo ad alcuni pop-up.
Incongruenze nelle dichiarazioni di una testimone
Poco chiare anche le dichiarazioni rilasciate da alcuni testimoni, tra cui la cameriera che per il Gip avrebbe fatto “affermazioni contraddittorie sul reale orario di scoperta del cadavere”. Tutte incongruenze che andranno chiarite una volta per tutte e, quanto alla posizione del corpo di Mario, “se dal punto di vista fisico, sia attuabile l’impiccamento e se la libreria era in grado di reggere il peso della vittima senza subire alcun danno”. Tra i nuovi accertamenti che saranno effettuati, stando alle indiscrezioni emerse vi sarebbe anche la mappatura delle utenze telefoniche. Servirà a ricostruire gli spostamenti di Mario e della moglie, ma anche di altre persone nelle ore attorno alla sua morte.
Mario Biondo: la famiglia commenta la tanto attesa svolta
Esausti ma soddisfatti i familiari di Mario. “Siamo stati in ansia dal 2 ottobre fino al giorno in cui è arrivata l’ordinanza, ci speravamo tantissimo. Grazie a Dio il Gip l’ha pensata come noi e ha accolto in pieno tutti i punti messi in evidenza dai nostri avvocati”. Ha commentato così mamma Santina, intervistata a Storie Italiane, gli ultimi, importantissimi, sviluppi investigativi.
La verità sta ancora in Spagna e lì bisognerà tornare per farla finalmente emergere. “E soprattutto la Spagna deve dare il contributo che in certi momenti non ha dato”. Poi mamma Santina ha fatto un appello: “Vorrei fare un appello al ministro della Giustizia e degli Esteri affinché controllino il lavoro che sarà fatto dalla procura. Ci sarà forse una nuova rogatoria”. Potrebbe interessarti anche —> Un pool di esperti al lavoro incaricato dalla famiglia Biondo