La riapertura delle scuole con il ritorno in presenza il 7 gennaio alimenta già dubbi e perplessità su quella che sarà la vita degli studenti. Ad esprimere, per primo, la propria preoccupazione è il presidente dell’ANP, Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
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Riapertura scuole, Giannelli: “A che ora faranno i compiti gli studenti?”
“È una situazione a macchia di leopardo. – dice del ritorno tra i banchi al termine delle festività – Ci sono province dove gli accordi sono stati fatti ascoltando anche la scuola, e i piani dei prefetti funzionano. Altre come Roma dove non si è ascoltata la scuola. Ma mi faccia premettere che in linea di principio è stata una buona idea quella di non fare una misura nazionale come in passato valida per tutte le realtà, ma di decidere provincia per provincia come procedere”.
“Mi chiedo – prosegue Giannelli soffermandosi sulle difficoltà degli studenti – perché si fanno pagare soltanto alla scuola la rigidità e i ritardi nell’adeguamento del sistema dei trasporti. Si sarebbe potuto scaglionare l’orario di inizio delle altre attività lavorative”. “La metà degli studenti italiani delle scuole superiori – spiega infatti – frequenta un istituto tecnico o un professionale, sono almeno 6 ore al giorno. L’organizzazione della loro vita sarà sconvolta. Dalle 10 alle 16, mettiamo mezz’ora per mangiare un panino. Escono alle 16.30, prendono un bus o un treno, arrivano a casa affamati alle sei di sera. A che ora faranno i compiti? Alle 21…”.
“Tutti vogliamo che la scuola torni in presenza, ma è sbagliato far pagare questo prezzo”
“La didattica – dice Giannelli a proposito della riapertura delle scuole – dovrà tenere conto di questo cambio di orario. Compiti, direi che ce ne potranno essere pochi. Magari se si fosse rimasti su un doppio turno tra le 8 e le 9, questi problemi si sarebbero potuti risolvere meglio”. “Tutti vogliamo che la scuola torni in presenza, ma penso che sia sbagliato far pagare questo prezzo alla scuola”, aggiunge. In base al piano previsto, si inizierà con il 50% delle lezioni in presenza dal 7 gennaio, per passare poi al 75% a partire dal 15 o più probabilmente da lunedì 18 gennaio. >> Variante Covid, Ricciardi: «Inghilterra ha taciuto per mesi. Scuola? Difficile riaprire il 7 gennaio»