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Variante Covid, Ricciardi: «Inghilterra ha taciuto per mesi. Scuola? Difficile riaprire il 7 gennaio»

21/12/2020 17:41 - Aggiornamento 21/12/2020 17:46

«Gli inglesi sapevano già da settembre che era in circolazione questa variante. Hanno taciuto, non ci hanno avvertito. Ora serve il lockdown. O comunque misure molto severe». Non le ha mandate certo a dire il consulente del Ministero della Salute Walter Ricciardi. In un’intervista a ‘Il Messaggero’ questi ha spiegato che «la nuova variante non è più letale, ma circola con una velocità più alta anche del 70-80%». Tuttavia non pare alterata «la capacità protettiva del vaccino».

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Walter Ricciardi

Variante Covid, Ricciardi: «Inghilterra ha taciuto per mesi. Scuola? Difficile riaprire il 7 gennaio»

Per il consulente del Ministero della Salute le misure prese a Natale sono insufficienti e «sarà difficile riaprire le scuole il 7 gennaio». E ancora: «A Natale si rischia una nuova impennata». Per Walter Ricciardi i voli dal Regno Unito andrebbero chiusi in tutta Europa: «Di fronte a questa nuova variante che probabilmente è già in Italia, temo che chiusure severe siano inevitabili». A detta sua «la circolazione del virus è intensa, il numero di infetti è alto. Le misure di contenimento devono durare di più. Almeno un mese, un mese e mezzo». In più «quello che non funziona è la fretta con cui si passa da un colore all’altro», ha dichiarato fermo il consulente del Ministero della Salute.

Walter Ricciardi

«La stragrande maggioranza degli italiani rispetta le regole. Però c’è un 10-20% per cento, non incline a modifiche del proprio comportamento»

Ricciardi però è soddisfatto nel complesso dell’atteggiamento che i cittadini hanno assunto nei confronti del virus: «La stragrande maggioranza degli italiani rispetta le regole. Però c’è un 10-20% per cento, non incline a modifiche del proprio comportamento». A proposito dei vaccini, Ricciardi ha detto: «Di AstraZeneca sappiamo che hanno due protocolli: uno con ‘dose piena-dose piena’ che ha una protezione intorno al 70%, e uno ‘mezzadose-dose piena’ al 90, che però deve essere consolidato da una sperimentazione di fase 3 e serviranno altri mesi. Potrebbero registrare il primo protocollo, che comunque ci darebbe un altro vaccino con una protezione importante, con molte milioni di dosi». Poi la puntualizzazione: «L’importante è avere più armi: Johnson&Johnson dovrebbe essere pronto a primavera ed è interessante, perché è monodose». Leggi anche l’articolo —> Covid, Miozzo (Cts): “Virus cinico, scontiamo anni di tagli alla sanità”