Crisi di governo Renzi – Ultime News. Secondo il “Corriere della Sera” sono 5 gli scenari possibili dopo l’affondo del leader di Italia Viva contro il premier Giuseppe Conte sul fronte Recovery Plan. Il contesto più plausibile è quello che vede le dimissioni delle ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. In tal senso si possono citare le parole dell’ex presidente del Consiglio che ha concesso un’intervista proprio al “Corriere”: «Le ministre Bellanova e Bonetti e il sottosegretario Scalfarotto sono persone serie. Stanno al governo perché hanno delle idee, non per vanagloria. Se queste idee non piacciono, noi non siamo come gli altri: le poltrone le lasciamo. Capisco che in tempi di populismo ciò suoni stravagante, ma si può fare politica anche senza incarichi istituzionali. Oggi tocca al premier decidere se ciò che abbiamo detto su vaccini, Mes, cantieri da sbloccare, scuola e cultura, è degno di nota oppure no», ha detto Renzi.
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Crisi di governo, Renzi: «Tutti sanno che non ci saranno le elezioni», gli scenari possibili
Dimissioni di Conte? Il premier potrebbe rimanere lo stesso, senza una sfiducia in Parlamento, così come i ministri di prima fascia (Economia, Esteri, Salute). La nuova fase potrebbe anche prevedere due vicepremier, Di Maio per il M5s e Franceschini per il Pd. Ma potrebbe esserci un ritocco di squadra: secondo il “Corriere della Sera” l’opzione Conte 2 bis sarebbe “il classico pareggio che accontenta tutti senza dare a nessuno l’impressione di aver vinto; ma lasciando a tutti i giocatori la sensazione di aver perso qualcosa”. Un’ipotesi da non scartare però è quella che vedrebbe l’uscita di scena dell’attuale premier e non è esclusa la soluzione che vede l’ex governatore della Bce Mario Draghi a capo dell’esecutivo. In ultimo l’opzione di un governo di centrodestra con l’appoggio di “Italia Viva”. In questo caso Renzi dovrebbe aprire la crisi, Conte dimettersi, il M5s e il Pd perdere qualsiasi intesa.
Gli esiti istituzionali: dalle immediate dimissioni alla parlamentarizzazione, cosa può accadere
Come appare chiaro “crisi di governo” può avere molteplici esiti istituzionali: dalle immediate dimissioni del Presidente del Consiglio nelle mani del Presidente della Repubblica, alla parlamentarizzazione. Il capo del governo, conscio del venir meno della propria maggioranza, potrebbe recarsi al Quirinale e rassegnare le dimissioni. Potrebbe anche accadere però che il presidente del Consiglio venga rinviato alle Camere. Ciò consentirebbe al premier di tentare una ricucitura con la propria maggioranza sulla base di un nuovo programma ed eventualmente anche un rimpasto. In caso però di rottura definitiva il premier potrebbe presentarsi al Quirinale prima e alle Camere poi, rassegnando le proprie dimissioni e inchiodando il partito che ha aperto la crisi. Scenario quest’ultimo verificatosi tre volte: due con i governi guidati da Romano Prodi (9 ottobre 1998 e 24 gennaio 2008) e una con il governo di Enrico Letta (11 dicembre 2014). Entrambi gli esecutivi Prodi caddero, mentre quello Letta sopravvisse perché il partito che gli aveva inizialmente negato la fiducia, Fi, si divise.
Crisi governo, Renzi: «Le elezioni fanno paura a chi verrebbe politicamente decimato come i trecento parlamentari del M5s, non ai diciotto senatori di Italia viva»
Cosa accadrà? È di stamani un’intervista di Matteo Renzi al “Corriere della sera”. «Aspettiamo Conte al Senato. Le elezioni? Tutti sanno che non ci saranno elezioni. Dobbiamo aprire le scuole, non i seggi. Dobbiamo aumentare il numero dei vaccinati, non dei candidati. Dobbiamo scrivere il Recovery plan, non i libri dei sogni elettorali. Le elezioni fanno paura a chi verrebbe politicamente decimato come i trecento parlamentari del Movimento Cinque Stelle, non ai diciotto senatori di Italia viva», ha dichiarato il leader di Italia Viva. Alla domanda “si andrà a un Conte ter? Oppure a un nuovo esecutivo?”, il politico toscano ha detto: «Non so che formula prevarrà. So che questo è il tempo di mettere al centro l’interesse dell’Italia e degli italiani contro gli egoismi di parte. L’appello del presidente della Repubblica nel messaggio di fine anno perché prevalgano le ragioni dei “costruttori” mi sembra saggio e illuminante». Leggi anche l’articolo —> Politici su Facebook, i più “discussi” sono Salvini, Conte e Rossi