Roberto D’Agostino è un noto giornalista italiano e quest’anno festeggerà i 21 anni di Dagospia. In questi giorni ha rilasciato una lunga intervista a “La Verità”. Il tema dominante della lunga chiacchierata è stata l’attuale situazione politica italiana. Roberto D’Agostino durante l’intervista ha detto la sua sui vari protagonisti in scena. L’Italia sta attraversando un periodo decisamente delicato tra la pandemia e la crisi politica. Una soluzione a questa drastica situazione potrebbe essere il nascente governo con Mario Draghi. Da quanto emerge dall’intervista, l’ex presidente della Bce sembra piacere molto a D’Agostino.
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Roberto D’Agostino sul governo Draghi: il giornalista “caustico” sull’esito della crisi
Fra pochi mesi Dagospia festeggerà 21 anni, il suo direttore e fondatore Roberto D’Agostino ha rilasciato una lunga intervista a “La Verità”. Durante la lunga chiacchierata, alla domanda “Mattarella ha sfiduciato tutti? Destra e sinistra?”, D’Agostino ha commentato: «Li ha tutti buttati nel cesso, ha tirato la catena e ha chiamato Draghi per formare “un governo di alto profilo che non debba identificarsi in alcuna forza politica”. Amen». Sulla figura di Draghi ha commentato: «Scusi: è come se a casa oggi dicessi a mia moglie: “Non preparo io la carbonara, arriva Carlo Cracco”. Beh, sarebbe festa». Poi ha aggiunto: ««Draghi non è Gesù Cristo, ma di fronte a questa marmaglia di nani e ballerine è una personalità che ha uno standing internazionale. […] È una delle poche persone serie che ha questo Paese».
Un governo tecnico?
Roberto D’Agostino ha le idee chiare anche su un eventuale governo tecnico: «La ca**ata più grande che può fare il duplex Mattarella-Draghi è un governo misto alla Ciampi, con dentro tecnici e politici. […] Faccia un governo di tecnici. Le priorità le ha indicate Mattarella. Bisogna mandare in porto in tempi brevi il Recovery plan e occuparsi del piano vaccinale. Draghi questo farà». Infine sul “debito buono” ha aggiunto: «Fosse per me, a gente come Roberto Gualtieri non avrei dato un euro da gestire. Ma qui il punto cruciale è un altro. Se non riparte l’economia, s’indebolisce anche la democrazia. Ecco perché mai prima l’Europa aveva concesso risorse ai Paesi membri con tale generosità. L’Europa vuole una cosa soltanto. Un Paese serio, un Paese normale. Senza tipini fini che si presentano in piazza con la pochette e il banchetto per truffare la gente con il gioco delle tre carte». >> Altre News