Renzi Conte retroscena – 22 aprile. «Le parole di Grillo e il contestuale silenzio di Conte e Di Maio dicono molto su cosa è diventato il Movimento Cinque Stelle». Così il leader di Iv Matteo Renzi, sui social, commentando il video con cui Beppe Grillo ha difeso il figlio, accusato di stupro assieme a tre amici. «Invece che aspettare il processo, il pregiudicato che ha fondato il partito dell’onestà prova a salvare la sua famiglia dopo aver distrutto le famiglie degli altri. Quanta ipocrisia nella doppia morale di chi crea un clima d’odio e poi se ne lamenta», ha rimarcato l’ex presidente del Consiglio. Che Renzi mal digerisca l’alleanza Pd e M5s non è un segreto per nessuno: a confermarlo anche un retroscena de “Il Giornale”, rilanciato da “Libero Quotidiano”.
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Renzi Conte retroscena sull’incontro con Draghi: staffilata all’ex premier
«L’ho detto ancor prima di questa vicenda che i grillini sono finiti e che Conte li avrebbe lasciati», sarebbero state queste le parole di Matteo Renzi in merito al video di Grillo, che ha suscitato tanto clamore. L’ex premier non crede che Giuseppe Conte, alla fine, accetterà di essere a capo del M5s. Giorni fa a Palazzo Chigi Renzi con una battuta rivolta a Mario Draghi ha fatto capire la sua posizione: «Quanto sono contento vederti qui mentre Conte è tornato a tenere lezione a Firenze». Un dietro le quinte svelato da Augusto Minzolini su “Il Giornale”. Quest’ultimo, sul caso Grillo, ha sottolineato in un articolo dal titolo “Cambia la stagione ma resta il nodo dei pm”: «Di certo le indagini hanno seguito un iter un po’ strano: il fatto avviene durante l’estate della crisi del Papeete, esattamente il 16 luglio; otto giorni dopo la ragazza italo-svedese presenta una denuncia a Milano; ma la notizia del presunto stupro esce solo il 6 settembre, esattamente il giorno dopo l’insediamento con tutti i poteri del governo Conte due. Insomma, la vicenda è rimasta nascosta esattamente quei due mesi che ci vollero per mettere in piedi il governo giallorosso».
Il dietro le quinte di Minzolini su “Il Giornale”
«Coincidenze?», si chiede Minzolini. «Ormai taglia corto il renziano ex grillino Catello Vitiello in Italia non credo più al caso: questa storia nasce un mese prima del governo tra Cinquestelle e Pd e torna in auge esattamente due mesi dopo la fine di quel governo. Ma su!», prosegue il giornalista nel suo articolo, aggiungendo: «Hanno tenuto sottotraccia la vicenda spiega il capogruppo dei deputati azzurri, Roberto Occhiuto e nel frattempo hanno indotto Grillo a fare il governo con il Pd, le consultazioni e gli hanno fatto dire pure di sì al governo Draghi. Fatto tutto questo hanno lasciato in braghe di tela: il Re è nudo e lui è un simbolo è caduto».
Una sensazione che Renzi condividerebbe con l’altro Matteo della politica italiana, Salvini. «Grillo spiega Dario Galli, già vice ministro della Lega si è data la zappa sulle palle, ha fatto harakiri. Lo hanno tenuto appeso mentre era in vita il governo Conte eppoi, finita quell’esperienza, la vicenda giudiziaria di suo figlio è ripartita. Palamara docet», scrive Minzolini. «Per i 5stelle è la fine: ogni volte che daranno di matto sui temi della giustizia o sul femminismo, li zittiranno con il caso Grillo», ha concluso il giornalista. Leggi anche l’articolo —> Chi sono i figli di Mario Draghi, Federica e Giacomo: vita privata e carriera