Dovremo attendere ancora prima di poter capire quali protocolli la scuola sarà costretta a seguire. Il primo incontro sull’aggiornamento delle linee guida si è concluso con un nulla di fatto. E questo anche a causa dell’assenza del rappresentate del Cts, il quale doveva appunto fornire chiarimenti riguardo ai distanziamenti, ai vaccini e all’obbligo delle mascherine. La discussione sulla riapertura delle scuole, quindi, non solo rimane aperta, ma si sta anche infuocando.
Riapertura scuole, ancora troppi dubbi
D’altronde, presidi e sindacati non hanno tutti i torti. La riapertura delle scuole non può girare esclusivamente attorno al tema dei vaccini. Bisogna capire come gestire i trasporti, gli spazi, il numero ridotto di alunni per ogni classe, il tracciamento dei contagi. Qualcosa dall’anno scorso dovremmo pur averlo imparato. Insomma: le domande sono tante. Le risposte, invece, poche. Un esempio: se un ragazzo o un bambino si contagia, ma la maggior parte dei compagni è vaccinata, tutta la classe sarà costretta alla quarantena? Sebbene il governo stia temporeggiando sul tema, dalle scuole si pretendono chiarimenti, in particolare rispetto alle riaperture. L’esigenza comune è certamente quella di tornare in presenza, ma bisogna capire come poterlo fare in tutta sicurezza.
Proprio per questo professori, presidi e genitori il 20 settembre si riuniranno in una manifestazione insieme al comitato Priorità alla scuola, e domani il ministro Bianchi dovrebbe presentare un piano di rientro in classe alle Regioni. Nel testo ci saranno alcuni punti fermi: per esempio, gli studenti e gli insegnanti torneranno ai propri banchi a partire da settembre, anche là dove non sarà possibile mantenere il distanziamento. Rimane aperta però la questione dei vaccini, al momento non un obbligo ma na “forte raccomandazione”. Lo stesso vale per il tema dei trasporti: per ora sembra essere esclusa la possibilità di ricorrere allo scaglionamento delle entrate, come successo l’anno scorso. Ma mai dire mai.
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Riapertura scuole, Gissi: “Vogliamo risposte certe”
“Abbiamo bisogno di risposte certe e non sottoscriveremo accordi di facciata, chiediamo chiarezza soprattutto al Cts: non saranno i dirigenti scolastici a trasformarsi in virologi”, ha dichiarato Lena Gissi della Cisl scuola. “No agli spot, il governo investa sulla scuola. Invece sul fronte delle risorse dobbiamo registrare un chiaro disinvestimento. Basti pensare che per sul 2020/2021 per l’organico aggiuntivo erano previsti un miliardo e 850 milioni di euro, mentre per il prossimo anno sono previsti solo 350 milioni”, è invece il commento di Francesco Sinopoli delle Flc-Cgil.
Le incertezze, per i sindacati, sono ancora troppe: “È il governo che deve decidere, si assuma le proprie responsabilità. Per adesso i nodi strutturali non sono stati risolti”, ha sottolineato infatti Pino Turi della Uil. “Se dobbiamo continuare a praticare il distanziamento la dad è inevitabile, la vaccinazione è la strada per evitarlo”, ha infine affermato il capo dei presidi dell’Anp Antonello Giannelli. >> Tutte le notizie di UrbanPost