Scrittore, saggista, editore: dopo una lunga malattia, è morto Roberto Calasso, l’anima della casa editrice Adelphi. La sua scomparsa arriva in contemporanea con l’uscita di due suoi libri autobiografici: Memè Scianca, che racconta la sua infanzia a Firenze, e Bobi, un testo che ripercorre i ricordi di Roberto Bazlen, colui che, insieme a Luciano Foà, nel 1965 ha dato alla luce la casa editrice che poi, dal 1971, è stata diretta dallo stesso Calasso.
E’ morto Roberto Calasso
Nato a Firenze il 30 maggio del 1941, Roberto Calasso si è laureato, insieme a Mario Praz, in letteratura inglese con una tesi sulla teoria ermetica del geroglifico in Sir Thomas Browne. La sua vita l’ha dedicata alla scrittura: saggista di fama internazionale, si è fatto conoscere all’estero anche per la sua carriera nell’editoria, ambito nel quale si è riuscito a guadagnare un enorme prestigio. Grande appassionato di letteratura mitteleuropea, argomento su cui impostò gran parte del catalogo Adelphi, Calasso era un vero amante della lettura e della mitologia classica. Proprio il percorso su questa strada gli ha fatto attribuire la nomea di editore eclettico “estraneo sia al bigottismo della sinistra sia al buzzurrismo della destra”. La dimostrazione la troviamo nel grande successo che venne riconosciuto al suo “Le nozze di Cadmo e Armonia”, pubblicato nel 1988.
La passione per l’editoria l’aveva ereditata dal nonno materno Ernesto Codignola, il filosofo e pedagogista fondatore della Nuova Italia, la casa editrice dal quale Calasso ha scelto le sue prime letture. Nel 1971 per lui si aprono le porte della casa editrice Adelphi nel ruolo di direttore editoriale. Nel 1990 ne diventa consigliere e da 1999 anche presidente. Editore di grande raffinatezza, ha rilanciato nel suo catalogo autori che in Italia avevano avuto pochissimo successo. Alcuni esempi sono Milan Kundera, Anna Maria Ortese, Guido Morselli. Sicuramente, però, tra i best seller della casa editrice non ci si può dimenticare di Siddharta, di Hermann Hesse.
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Roberto Calasso, morto il numero uno di Adelphi
Della sua passione per i libri raccontava: “Sono nato in mezzo ai libri. Mio padre, che era storico del diritto, lavorava per lo più su testi stampati fra l’inizio del Cinquecento e la metà del Settecento. Molti erano i volumi in-folio. Impossibile non vederli. Anche mio nonno Ernesto Codignola, che insegnava Filosofia all’Università di Firenze e fondò la casa editrice La Nuova Italia. Aveva una biblioteca notevole, soprattutto di storia e filosofia, oggi incorporata nella biblioteca della Scuola Normale di Pisa”.
Il 12 marzo 2008, Calasso riceve a Parigi la Legion d’onore. Nel 2010, poi, vince il premio Cesare Angelini per l’opera L’ardore (Adelphi), il Premio Gogol 2011, il 26° Prix Chateaubriand (2012) per La folie Baudelaire (Gallimard). Si guadagna così il primato: il premio, infatti, non era mai stato assegnato a uno scrittore non francese. Dopo numerosi successi, Roberto Calasso è morto a Milano in seguito a una lunga malattia. >> Tutte le notizie di UrbanPost