Milano, aereo caduto a San Donato – Lunedì 4 ottobre 2021. Il volo fatale, costato la vita a ben otto persone, è durato soltanto tre minuti, poi lo schianto. Sono tutti morti i passeggeri dell’apparecchio privato da turismo, che nel primo pomeriggio di ieri è precipitato su una palazzina adibita ad uffici dopo aver lasciato l’aeroporto di Linate, in direzione Olbia. Il velivolo, un Pilatus PC-12, era di proprietà di Dan Petrescu, uno degli uomini più ricchi della Romania, che era alla guida del mezzo. A bordo con lui anche la moglie e il figlio trentenne. Sull’aereo pure due italiani: il manager pavese Filippo Nascimbene, il figlio di poco più di un anno, accompagnati dalla moglie, di nazionalità francese, con la madre. C’era anche Julien Brossard, un amico canadese di Petrescu. Ricostruiamo insieme l’identikit di quest’ultimo, noto nell’ambiente, come “il miliardario dell’ombra”.
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Chi era il misterioso magnate Dan Petrescu, morto nell’incidente aereo a San Donato Milanese
Chi era Dan Petrescu? Una figura professionale dai contorni poco definiti. Come scrive l’«Agi», l’uomo, 68 anni, era considerato dalla stampa romena uno degli uomini più ricchi e al contempo misteriosi del Paese. Stando ai media locali, Petrescu godeva di un patrimonio personale invidiabile: tra uno e tre miliardi di euro. Cifra non definibile con certezza perché la vittima aveva spostato la residenza nel Principato di Monaco, con domicilio al Columbia Palace in Avenue Princesse Grace. Perfettamente inserito nell’élite, Petrescu era partner in affari con l’ex tennista romeno Ion Tiriac, “il vampiro di Brasov”, famoso magnate che ha costruito la sua fortuna in Germania al termine della sua carriera sportiva. Questi è stato il fondatore della prima banca privata romena del dopo Ceausescu. Negli anni però si era buttato a capofitto anche nel settore assicurativo e immobiliare, toccando tutti i rami dell’economia.
Negli anni aveva fatto fortuna nel campo immobiliare
Non a caso Tiriac è stato il primo romeno ad entrare nella lista stilata da «Forbes» dei cento uomini più ricchi del pianeta. E Petrescu, deceduto assieme ad altre 7 persone (tra cui un bambino di solo un anno) non gli era da meno. Ma la differenza con l’ex tennista stava solo in un dettaglio: il 68enne non ostentava la sua immensa ricchezza. Anche lui negli anni ha fatto fortuna nel mondo immobiliare. I suoi interessi concentrati in Unicredit iriac Bank e nell’holding Rocar; non solo l’uomo era proprietario di vari ipermercati e di centri commerciali. Scrive sempre l’«Agi» che “i rapporti d’affari di Petrescu includevano anche quelli con l’ex azionista della squadra di calcio Dinamo di Bucarest Vova Cohn, con cui aveva acquistato nel 2015 il velivolo sul quale è morto oggi”.
Milano, aereo caduto a San Donato: le ipotesi al vaglio degli inquirenti
Dan Petrescu aveva la doppia cittadinanza romena e tedesca. Era sposato con Regina Dorotea Petrescu Balzat, 65 anni, anche lei sull’aereo. Sul velivolo anche il figlio trentenne, Dan Stefan Petrescu, nato a Monaco di Baviera, che faceva il ricercatore in Canada. A Olbia ad aspettarli c’era la madre dell’imprenditore, secondo «Il Corriere della Sera». Poco si sa del magnate rumeno da noi, in Italia. Le autorità competenti sono al lavoro per favorire più facilmente il rimpatrio della salma dell’uomo e dei suoi familiari. Intanto il procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano, ha dichiarato che l’indagine è per disastro colposo. Il magistrato ha chiarito ai cronisti che durante il volo di appena 3 minuti non c’è stato alcun allarme, ma «un’anomalia è stata segnalata dalla torre». Toccherà agli inquirenti capire di cosa si sia trattato nello specifico. Risolutive potranno essere le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. Lo schianto è stato visto in diretta da alcuni passanti che erano nei pressi di San Donato Milanese. «Il Giorno» scrive che il volo era arrivato da Bucarest a Milano lo scorso 30 settembre ed era partito in mattinata per Olbia dove la famiglia Petrescu ha un’immensa villa. Leggi anche l’articolo —> Roma, la situazione dopo il grave incendio che ha semidistrutto il Ponte dell’Industria