L’Aula del Senato ha votato a favore della cosiddetta ‘tagliola’, chiesta da Lega e FdI. A favore, 154 senatori, 131 i contrari e due astenuti. La votazione, avvenuta a scrutinio segreto, è stata accolta da un applauso. Il disegno di legge contro l’omotransfobia, Ddl Zan, era stato approvato dalla Camera il 4 novembre 2020. (Continua dopo la foto)
Le parole dell’avvocata Cathy La Torre: “Ci sono riusciti. Hanno appena ucciso il DdL Zan. E con esso ogni speranza di diventare un paese normale, civile, che tutela le minoranze dai violenti e non, come da oggi continuerà ad essere, i violenti dalle sanzioni. Il Senato ha appena votato a maggioranza in favore della “tagliola”, cioè di quella procedura che esiste solo in Senato e che consente di evitare la discussione di una legge. Lo hanno fatto. Hanno votato per impedire, dopo anni di discussioni, la discussione finale. L’ultimo passo. Quello che avrebbe portato a termine un cammino di civiltà che aveva superato tutti gli ostacoli. Tutti. Tranne questo. Che ha funzionato. Ha funzionato perché le destre, pur in minoranza, hanno potuto contare sulle assenze di Italia Viva. In primis di Matteo Renzi, oggi – pare – in Arabia Saudita”. (Continua dopo la foto)
Ddl Zan approvata la tagliola, si ferma al Senato
E ancora: “E ha funzionato grazie al voto segreto. Che ha permesso a dei vigliacchi e ipocriti di uccidere a pochi centimetri dall’arrivo la migliore legge che l’Italia potesse avere per tutelare le vittime di omofobia. Hanno vinto loro. E fuori dall’aula, nel resto del Paese, hanno vinto i violenti, i picchiatori, gli odiatori, tutti coloro che temevano di dover pagare un prezzo più alto per i propri crimini. Hanno vinto loro. Ha perso la civiltà. Oggi, per quel che mi riguarda, sarà sulla data del mio calendario, per sempre, come il giorno dell’infamia”. La senatrice Laura Garavini, Vicecapogruppo vicaria Italia Viva-Psi ha affermato: “Quanto appena accaduto in Senato rappresenta una brutta pagina per la storia dei diritti del Paese. Oggi avremmo potuto tutelare chi è vittima di aggressioni contro la comunità Lgbt. E lo avremmo potuto fare da tempo, arrivando ad un compromesso con chi si era già detto disponibile al dialogo in Parlamento”.
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