Come di consueto il venerdì viene presentato il monitoraggio covid dell’Iss che aiuta a definire la situazione epidemiologica italiana. Stando alla rilevazione, i nuovi casi stanno aumentando ormai da giorni, ma il sistema ospedaliero sembra non soffrirne. Questo, nonostante in linea generale, secondo la Cabina di Regia e i parametri di riferimento, in linea generale i dati siano in crescita. Tanto che tutte le regioni questa settimana sono considerate a rischio moderato e una, il Friuli Venezia Giulia, si dirige verso il rischio alto.
Monitoraggio Iss covid, crescono i dati
Questa settimana l’indice Rt è arrivato a toccare quota 1,21, superando quindi la soglia di allerta fidata a 1. L’incidenza, invece, ha raggiunto i 78 casi ogni 100mila abitanti rispetto ai 53 per 100mila dei sette giorni precedenti. Anche le ospedalizzazioni sono in leggera crescita: il tasso di occupazione in terapia intensiva, infatti, al momento pare essere pari al 4,4%, contro il 4,0% dello scorso 4 novembre. In area medica, invece, i posti letto occupati sono passati dal 5,3% del 28 ottobre al 6,1% dell’11 novembre. Nonostante questo, però, non sono percentuali allarmati, poichè si mantengono sotto le soglie di allerta fissate al 10% e al 15%.
L’incremento dei casi ha portato quasi tutte le regioni a essere definite a rischio moderato, almeno 19 su 21. Una, infatti, sta progredendo verso la soglia di rischio alta: si tratta del Friuli Venezia Giulia. Mentre un’altra, la Calabria, è ancora considerata a rischio basso. Secondo il monitoraggio covid dell’Iss, poi, undici regioni italiani riportano un’allerta di resilienza, mentre nessuna riporta molteplici allerte di resilienza. Inoltre, stando alla rilevazione, pare che sia in aumento il numero di nuovi casi non legati a catene di trasmissione, così come quella dei nuovi positivi trovati grazie alla comparsa dei sintomi (48% contro 47%). Sembra essere in diminuzione, invece, la percentuale dei casi scoperti tramite l’attività di tracciamento dei contatti.
“In questa fase è anche necessario applicare e rispettare rigorosamente misure e comportamenti raccomandati (utilizzo delle mascherine, distanziamento fisico ed igiene delle mani) per limitare l’ulteriore aumento della circolazione del virus Sars-Cov-2 e degli altri virus respiratori. È opportuno in ogni caso continuare a garantire un capillare tracciamento, anche attraverso la collaborazione attiva dei cittadini per realizzare il contenimento dei casi”, fanno sapere dalla Cabina di regia.
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Tutta l’Italia resta in zona bianca
Sebbene quasi tutti i dati stiano aumentando di giorno in giorno, l’Italia rimarrà tutta bianca per un’altra settimana. Nessuna regione, infatti, ha ancora superato i parametri che impongono l’ingresso nelle zone più a rischio, come quella gialla. Parliamo di un’occupazione delle aree medice oltre il 15%, delle terapie intensive oltre il 10% e un’incidenza settimanale di più di 50 casi ogni 100mila abitanti. >> Tutte le notizie di UrbanPost