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Cosa vuole davvero Putin? Fukuyama: «Non si accontenterà solo dell’Ucraina»

22/02/2022 16:25 - Aggiornamento 22/02/2022 16:55

Cosa vuole davvero Vladimir Putin? Lo Zar asserisce che quella di Kiev è una nazione che «non ha mai avuto una statalità». Dietro le sue parole appare ormai chiaro un disegno ben più ampio: ricostruire il territorio della Russia prima dell’Urss. La doppia mossa di inviare delle truppe nell’Ucraina dell’est e di riconoscere il Donbass non è altro che un primo passo verso quella direzione. Una presa di posizione ben precisa nei confronti degli Stati Uniti, ma tout court una sfida all’Occidente, alla democrazia. «Non c’è ragione per credere che Putin si accontenti dell’Ucraina. Se passerà a minacciare i Paesi Nato, dovremo applicare l’articolo 5 per fermarlo, ossia l’uso della forza militare per la difesa reciproca. Tutto è in gioco», le parole di Francis Fukuyama, autore de “La fine della storia” in un’intervista concessa a «La Repubblica».

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Cosa vuole davvero Putin? Fukuyama: “Non si accontenterà solo dell’Ucraina”

Secondo il noto politologo Kiev sarà solo l’inizio: «Putin vuole riassorbire l’Ucraina nella Russia, e rimettere insieme quanto può dell’Urss. La Bielorussia è già stata ripresa da Mosca. Poi vuole estendere la zona di influenza sull’Europa orientale, tornando a controllare i Paesi entrati nella Nato dopo il 1991», le parole di Francis Fukuyama, che tratteggia uno scenario alquanto sinistro. Secondo l’esperto rispetto alle richieste di Putin di cambiare l’architettura della sicurezza europea, «ci sono temi che possono essere affrontati, come i missili di raggio medio e altro. Poi ci sono molte cose che Mosca fa dall’altra parte del confine, minacciando i membri della Nato, e sarebbe buono discuterle. Ma le richieste russe sono ridicole. Vogliono smantellare i guadagni fatti dalla democrazia dopo il collasso dell’Urss, e questo non è negoziabile».

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Putin e la sfida alla democrazia

Fukuyama, come avrete capito, crede poco nella diplomazia in questa fase. Il politologo ha indugiato sulla figura di Putin, che rappresenta tutto quello che è democrazia non è. Angela Merkel, nel 2014, come ha ricordato Paolo Valentino, definì il presidente russo un leader che applica metodi dell’Ottocento al Ventunesimo secolo, nel senso di pensare e agire da nazionalista nell’era della globalizzazione. Sono parole che oggi, all’indomani di una possibile terza guerra mondiale, non possono non tornare alla mente. «Putin a ragione a sostenere che l’Ucraina è una minaccia per lui, ma non nel senso militare che intende. Putin ha affermato che la democrazia non si adatta ai popoli slavi e quindi, se riuscisse a prosperare a Kiev, dimostrerebbe che può farlo in Russia, senza di lui», ha spiegato a «La Repubblica» Fukuyama. Assieme alla Cina, lo zar vuole opporsi alla democrazia: «Ho passato molto tempo in Ucraina negli ultimi sette anni, perché abbiamo programmi per addestrare i giovani. Ogni volta ripeto che lo faccio perché Kiev è il fronte della lotta globale per la democrazia». 

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Le sanzioni economiche non basteranno a fermare lo zar

Per tutte queste ragioni bisogna mostrarsi uniti: «Finora non è avvenuto. I tedeschi hanno molti interessi economici in Russia, e spesso sembra che diano loro la priorità. Poi c’è il fenomeno dei partiti di destra, Usa inclusi, favorevoli a Mosca. La destra estrema americana dice che la Russia ha diritto a una sfera di influenza e ammira Putin, perché è un leader autoritario. Ci sono forze estremiste anche in Europa che credono a questa versione, come Le Pen e Zemmour in Francia, o Salvini in Italia. Come Trump, che non ha fatto dichiarazioni di sostegno aperto per Putin, ma simpatizza con lui», la puntualizzazione del politologo. E gli Usa sono proprio i più vulnerabili, come dimostra il passato recente che ha visto alla guida del Paese il Tycoon Trump. «Se la democrazia fosse rovesciata negli Usa, come Trump ha cercato di fare nel 2020, rappresenterebbe un pericolo esistenziale per la sua sopravvivenza. L’Europa occidentale sta meglio. Ci sono movimenti populisti in ogni Paese, ma negli Usa sono più radicati e la polarizzazione è paralizzante», ha rimarcato Fukuyama. Il punto è che le sanzioni economiche non basteranno a fermare lo zar russo: «Non sembra possibile ora». Cosa vuole dunque Putin? Evoca «la completa cessazione delle attività Nato in tutto l’ex Patto di Varsavia». Leggi anche l’articolo —> La vita privata di Putin, chi sono l’ex moglie e le figlie: il divorzio per le numerose amanti

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