Sono 88.173 i nuovi casi di Covid-19 registrati nel nostro Paese nelle ultime 24 ore. Altri 588.576 tamponi sono stati effettuati tra molecolari e antigenici. Il tasso di positività si attesta al 15%. Abbiamo avuto purtroppo altre 194 persone morte. La fine dello stato d’emergenza (31 marzo 2022) non ha coinciso purtroppo con l’addio della pandemia, che non arretra affatto. Nell’ultimo rapporto, l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha invitato tutti a «mantenere alta la prudenza». Con la sottovariante Omicron 2 è possibile reinfettarsi. Ma chi è più a rischio?
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Omicron 2, allarme reinfezione: cosa dice il report dell’Iss
«Money» ha ripreso l’ultimo report dell’Iss su «Covid-19: sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale». Con Omicron e la sua sottovariante Omicron 2 c’è maggiore possibilità di ammalarsi due volte. Le reinfezioni sono più frequenti tra i giovani, soprattutto nella fascia 12-49 anni. Gli esperti hanno analizzato l’andamento del Coronavirus a partire dallo scorso 6 dicembre. Giorno in cui è iniziata la diffusione di Omicron nel nostro paese. Si legge nel rapporto: «L’analisi evidenzia un aumento del rischio relativo di riammalarsi». La possibilità di reinfezione con Omicron è più alto in chi si è ammalato per la prima volta di Covid-19 da oltre 210 giorni. Rischio più basso per chi ha avuto la prima diagnosi tra i tre e i sette mesi.
Le reinfezioni sono più frequenti tra medici e infermieri
Dallo studio è emerso che si riammalano di più le donne rispetto agli uomini. Secondo l’Iss, la ragione «può essere verosimilmente dovuta alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (oltre l’80%) dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito familiare». Le reinfezioni inoltre sono più frequenti tra medici e infermieri rispetto al resto della popolazione. Negli ultimi sette giorni la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi di Coronavirus segnalati è pari al 3,5%. Leggi anche l’articolo —> Allarme variante Xe, Ricciardi: «Con due dosi non si è praticamente vaccinati»