Anche quest’anno sono numerose le località italiane dove sventolano le Bandiere Verdi, 19 delle quali sono state assegnate all’arco alpino per premiare comunità, imprese, amministrazioni locali e start-up che si sono date da fare per valorizzare il territorio montano nel rispetto dell’ambiente.
In un’epoca dove il riscaldamento globale sta avanzando a una velocità record, arrivando addirittura a colpire il 98% della superficie terrestre, le buone pratiche delle “Bandiere Verdi” sono diventate uno strumento senza dubbio necessario per promuovere la sostenibilità ambientale e mantenere in equilibrio la bilancia tra uomo e ambiente.
Anche quest’anno, nel valutare la gestione dei territori di montagna, Legambiente ha deciso di premiare realtà virtuose e progetti innovativi orientati alla tutela e alla conservazione della natura.
Sono, infatti, 19 le comunità alpine che si sono date da fare per salvaguardare il fragile ecosistema montano, distinguendosi per l’impegno a favore della valorizzazione del territorio e del turismo ecosostenibile.
I vent’anni di Carovana delle Alpi
Nel 2022 ricorre il ventesimo anniversario della campagna “Carovana delle Alpi”, iniziativa nata nel 2002 per valorizzare il territorio alpino, un ecosistema fondamentale per la conservazione delle biodiversità in Europa, reso sempre più fragile dai cambiamenti climatici e dallo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali da parte dell’uomo.
In questi vent’anni Legambiente ha censito 459 realtà diverse, assegnando un vessillo che distingue le pratiche virtuose da quelle dannose per l’ambiente: 241 Bandiere Verdi per premiare i progetti di gestione sostenibile del territorio e 218 Bandiere Nere che puntano i riflettori sui comportamenti che mettono a rischio il fragile ecosistema montano.
Tra le regioni dell’arco alpino che si sono particolarmente distinte nell’ambito della sostenibilità ambientale, in cima alla classifica svettano il Piemonte e la Lombardia, con 61 e 47 “vessilli green” conferiti, seguite da Friuli-Venezia Giulia (39), Trentino (27), Veneto (23), Valle d’Aosta (22), Alto Adige (14) e Liguria (7).
Per quanto riguarda, invece, le Bandiere Nere assegnate in questi vent’anni, il peggio delle montagne italiane vede ancora una volta in testa la Lombardia, che ne conta 54, e il Piemonte che ne ha ricevute 44.
Seguono il Friuli-Venezia Giulia con 37, il Veneto e il Trentino con 22, la Valle D’Aosta con 20, l’Alto Adige con 12 e la Liguria con 7.
Il filo rosso che le collega i progetti premiati è l’impegno concreto e condiviso a fare della sostenibilità ambientale e della valorizzazione del territorio i valori cardine della vita sociale per tutelare l’ambiente e salvaguardare il futuro.
Tutte queste iniziative ci ricordano, inoltre, che tutti possiamo – anzi dobbiamo – contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici, adottando comportamenti ecosostenibili nella nostra quotidianità.
A tal proposito, se cercate consigli su come ridurre sia l’impatto ambientale in ambito domestico sia gli importi delle bollette (che, di questi tempi, di certo non guasta), vi invitiamo a consultare il sito https://unasensazioneperfetta.it per maggiori approfondimenti sull’argomento.
Le Bandiere Verdi 2022
Tornando alle Bandiere Verdi assegnate quest’anno in occasione del IV Summit Nazionale tenutosi a Chiaverano (TO) lo scorso 18 giugno per festeggiare i vent’anni della campagna “Carovana delle Alpi”, sono ben 19 i nuovi progetti ambientalmente sostenibili premiati da Legambiente nel 2022.
Le realtà più virtuose della fascia alpina si trovano in Piemonte e in Friuli-Venezia Giulia, che hanno ricevuto quattro “vessilli green” a testa, seguite da Lombardia e Trentino con tre bandiere ciascuno. Il Veneto, invece, ne ha ottenute due, mentre la Liguria e l’Alto Adige solamente una.
Tra i progetti premiati quest’anno c’è anche la Rete Pastorizia Italiana Appia, che ha ottenuto il prestigioso riconoscimento grazie al lancio del corso sperimentale “Formazione e Accompagnamento per Giovani Pastori” organizzato nell’ambito della Scuola Nazionale di Pastorizia, in collaborazione con la Fondazione Cariplo, l’Associazione Riabitare l’Italia e CREA, con l’obiettivo di sviluppare competenze in tema di pratiche agricole sostenibili e gestioni dei pascoli.
Il rovescio della medaglia con le Bandiere Nere
L’altro triste volto della campagna Carovana delle Alpi sono le cosiddette Bandiere Nere, che ogni anno vengono assegnate alle pratiche dannose che lacerano il delicato ecosistema dell’arco alpino, ponendosi come esempi di inefficienza, sciatteria e trascuratezza nelle scelte politiche e di gestione delle risorse territoriali.
Si tratta, in pratica, di attività scellerate e opere “mostruose” che guardano al passato e distruggono il patrimonio naturalistico delle Alpi, comportando tra l’altro investimenti di milioni e milioni di euro.
Purtroppo, i dati raccolti quest’anno da Legambiente non sono molto incoraggianti, con ben dieci nuove Bandiere Nere assegnate alle regioni dell’arco alpino: tre in Piemonte e sei distribuite tra Lombardia, Valle d’Aosta, Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino.
Pur non rientrando nel territorio alpestre, anche le Marche si sono tinte di nero per la scelta insostenibile di investire 36 milioni di euro per rilanciare il comprensorio sciistico di Sarnano sui Monti Sibellini.
Un’iniziativa analoga ha riguardato anche il comune di Cortina d’Ampezzo che, in vista dei XXV Giochi Olimpici Invernali del 2026, ha varato un progetto per la costruzione di una nuova pista da bob che comporterà l’esborso di almeno 61 milioni di euro, l’erosione del suolo e l’abbattimento di numerosi alberi. Una scelta a cui si sono opposti, non sono solo gli ambientalisti, ma anche lo stesso Comitato Olimpico.