Abbiamo appena scritto del caffè contaminato da ocratossina, e dobbiamo subito aggiornare l’elenco degli allarmi alimentari. È la volta, ora, del tè: un’altra bevanda di larghissimo consumo, anche all’infuori del tradizionale orario delle 5 del pomeriggio. Si è scoperta una forte presenza di pesticidi, in particolare il temibilissimo glifosato, anche in prodotti molto noti. Un po’ come quando si dice che “succede anche nelle migliori famiglie”, ebbene, succede anche tra i marchi “insospettabili”. Ecco quali. (Continua a leggere dopo la foto)
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I danni del glifosato
Nel 2015, il glifosato è stato classificato come “probabile cancerogeno” per gli esseri umani dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità. In laboratorio è stato ampiamente dimostrato che tale sostanza presente nel diserbante può provocare stress ossidativo e danni genetici. In particolare esiste un controverso pesticida, il “Roundup” prodotto da Bayer/Monsanto (il colosso dell’agroindustria nato dalla acquisizione miliardaria di Monsanto da parte della casa farmaceutica Bayer) che è – notoriamente – cancerogeno e che, non più tardi di alcune settimane fa, era al centro di un maxi risarcimento da 1,56 miliardi di dollari cui è stata condannata, negli Stati Uniti, la multinazionale: l’utilizzo del diserbante al glifosato sarebbe responsabile, secondo una corte del Missouri, del linfoma non-Hodgkin di cui soffrono alcuni agricoltori. Nonostante l’evidente nesso causale, ora, le tracce del glifosato sono state trovate in alcune marche di tè. Vediamo quali secondo la rivista il Salvagente. (Continua a leggere dopo la foto)
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I risultati dei test
Undici campioni su 14 di tè analizzato contengono glifosato. La rivista spiega anche perché sia possibile una concentrazione talmente elevata: nella coltivazione del tè, soprattutto nelle grandi piantagioni dell’India e dello Sri Lanka, il diserbo delle erbe infestanti viene praticato attraverso gli erbicidi, in particolar modo con i trattamenti a base di glifosato che viene sparso tra le fila che separano le siepi ma non è escluso anche che venga impiegato sulla pianta per estirpare i rampicanti. Pare quasi fisiologico, dunque, ma ni alcuni casi la concentrazione è alta, assai pericolosamente alta. Alcune delle marche famose che sono state etichettate come particolarmente problematiche includono Twinings, Lipton e Tetley. Il decreto del 13 gennaio 2011 stabilisce che per i prodotti derivanti da agricoltura biologica il valore limite di residui di pesticidi è di 0,01 mg/kg. Questa soglia numerica rappresenta il valore al di sopra del quale non è possibile ottenere la certificazione di prodotto biologico. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le quattro marche di tè più dannose
Il test condotto da “Il Salvagente” riporta, come marche peggiori, tra le diverse esaminate, le seguenti:
ESSELUNGA TÈ NERO CLASSICO – Glifosato (mg/kg): 0,883 – Altri pesticidi (mg/kg): Alfa_e_Cypermethrins 0,012 – punteggio 2
TAYLORS ENGLISH BREAKFAST TEA TÈ NERO – Glifosato (mg/kg): 0,996 – Altri pesticidi (mg/kg): Biphenyl 0,008, Thiamethoxam 0,034, Bifenthrin 0,038 – punteggio 2
PAM TÈ ENGLISH BREAKFAST – Glifosato (mg/kg): 0,724 Altri pesticidi (mg/kg): Carbendazim 0,007 (punteggio 3)
MD ALBA CLARIDGE ENGLISH BREAKFAST MISCELA TÈ NERI – Glifosato (mg/kg): 0,598 – Altri pesticidi (mg/kg): Alfa_e_Cypermethrins 0,015 (punteggio 3).
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