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Manovra 2026 e pensioni: Fornero torna a parlare e scuote il governo Meloni

22/12/2025 20:19

Pensioni Meloni, lo scontro politico con Elsa Fornero

C’è un momento, nella politica italiana, in cui una critica può valere più di un applauso. È quello che sta accadendo intorno alle pensioni del governo Meloni, finite al centro di un intervento pubblico di Elsa Fornero che ha riacceso un dibattito mai davvero sopito. Un dibattito che va oltre i numeri e tocca il cuore della sostenibilità del sistema previdenziale.

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Pensioni, le critiche di Fornero a Meloni e il vero significato politico della manovra

Le parole dell’ex ministra del Lavoro del governo Monti, pronunciate in un colloquio che ha fatto rapidamente il giro dei palazzi romani, non sono passate inosservate. Anzi. Per molti osservatori, proprio quelle critiche rappresentano paradossalmente una buona notizia per l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

Elsa Fornero non è una voce qualsiasi quando si parla di pensioni. Il suo nome è legato a una delle riforme più discusse degli ultimi decenni, quella che ha segnato profondamente il rapporto degli italiani con il sistema previdenziale. Proprio per questo, ogni sua presa di posizione viene letta come un segnale politico prima ancora che tecnico.

Nel suo intervento, Fornero ha messo nel mirino la manovra 2026 e le scelte del governo Meloni sulle pensioni, sostenendo che l’esecutivo avrebbe agito sotto la pressione dei vincoli europei e del timore di non rassicurare Bruxelles sulla tenuta dei conti pubblici.

Il ruolo di Giorgetti e il nodo della spesa previdenziale

Al centro delle osservazioni dell’ex ministra c’è anche il ministro dell’Economia Giorgetti. Secondo Fornero, la gestione della spesa pensionistica sarebbe stata affrontata con un approccio prudente, forse troppo, inserendo nella manovra misure di contenimento pensate più per i mercati e per l’Unione europea che per l’equilibrio politico interno.

La previdenza, del resto, rappresenta una delle voci più pesanti della spesa pubblica italiana. Ogni intervento sulle pensioni ha conseguenze immediate non solo sui conti, ma anche sul consenso.

Lo scontro politico dentro la maggioranza

Il tema delle pensioni ha però fatto emergere anche tensioni evidenti all’interno della stessa maggioranza. La Lega, che ha storicamente costruito parte del suo consenso sulla promessa di un’uscita anticipata dal lavoro, ha mostrato più di una perplessità sulle misure inizialmente ipotizzate nella manovra.

Il risultato è stato uno scontro politico che ha costretto Palazzo Chigi a rivedere alcune proposte, rinviando o attenuando gli interventi più controversi come l’allungamento delle finestre pensionistiche e la stretta sul riscatto degli anni di laurea.

Il concetto di pensioni come “contratto tra generazioni”

Nel suo intervento, Fornero ha richiamato un concetto spesso evocato ma raramente spiegato fino in fondo: quello delle pensioni come contratto tra generazioni. Secondo questa visione, il sistema previdenziale regge solo se il numero di lavoratori attivi e il livello dei salari sono sufficienti a sostenere chi è in pensione.

Un tema che si intreccia inevitabilmente con l’andamento dell’occupazione, altro punto su cui l’ex ministra ha espresso critiche, minimizzando i record rivendicati dal governo Meloni.

I dati sull’occupazione e la lettura politica

Il governo ha più volte sottolineato il raggiungimento di un tasso di occupazione mai visto negli ultimi venti anni. Fornero, però, ha ridimensionato questo dato, ricordando che l’Italia resta comunque sotto la media europea e che il problema principale rimangono i salari bassi.

Serve occupazione di qualità e meglio remunerata: il nostro paese ha un problema strutturale di retribuzioni troppo basse ed è su questo aspetto che bisogna investire per dare solidità al sistema, non su regole illusoriamente generose. La nuova versione dell’emendamento non cancella ma attenua le restrizioni, consentendo a Giorgetti di dire ‘ho fatto quello che potevo’ e alla Lega di non perdere completamente la faccia.

Secondo questa impostazione, senza un lavoro più stabile e meglio retribuito, qualsiasi sistema pensionistico è destinato a mostrare crepe nel medio-lungo periodo.

Pensioni, tra realismo e propaganda

Il punto centrale della discussione sulle pensioni è proprio questo: la distanza tra le promesse politiche e la realtà dei numeri. La manovra in discussione sembra segnare un ritorno a un approccio più prudente, lontano da riforme drastiche ma anche da aperture considerate insostenibili.

In questo senso, le critiche di Fornero vengono lette da molti come una conferma indiretta che il governo abbia scelto una linea di realismo, pur pagando un prezzo in termini di consenso e tensioni interne.

Perché il dibattito sulle pensioni non si chiude qui

Le pensioni restano uno dei temi più sensibili per l’opinione pubblica italiana. Ogni intervento tocca milioni di persone, tra lavoratori prossimi all’uscita e pensionati già in carico al sistema.

Il confronto tra il governo Meloni e figure simboliche come Elsa Fornero dimostra che la partita è tutt’altro che chiusa. Le scelte della manovra 2026 rappresentano solo un capitolo di una discussione destinata a tornare, ciclicamente, al centro del dibattito politico ed economico del Paese.

Ed è proprio in questo spazio, tra numeri e narrazione, che si gioca il futuro delle pensioni in Italia.

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