
C’è un dato che, più di altri, racconta come sta cambiando l’immaginario pubblico italiano. Non riguarda una legge, né una crisi internazionale. Riguarda chi, oggi, gli italiani sentono come figura davvero rappresentativa del Paese. E il risultato del sondaggio YouTrend per Sky TG24 sul 2025 è tutt’altro che neutro.
In cima non c’è un leader politico. Non c’è un capo di Stato. Non c’è nemmeno un volto televisivo. C’è Jannik Sinner. E il modo in cui ci arriva dice molto più del semplice entusiasmo sportivo.
Leggi anche: Sondaggio Mentana, cosa cambia? I numeri di oggi
Il dato che spiazza la politica
Con il 36% delle preferenze, Jannik Sinner domina la classifica dei personaggi italiani più rappresentativi del 2025. Non vince di misura. Non prevale per un soffio. Stacca la seconda classificata di undici punti percentuali. Un margine enorme, soprattutto se si considera chi c’è subito dietro.
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, si ferma al 25%. Un dato alto, solido, coerente con la centralità politica e mediatica che mantiene da mesi. Ma non basta. Il distacco non è tecnico, è simbolico. Racconta due tipi di consenso completamente diversi.
Il fenomeno Sinner oltre il tennis
Sinner non è solo il tennista più forte d’Italia. È diventato qualcosa di diverso. Una figura trasversale, riconosciuta anche da chi non segue il tennis. Non divide, non polarizza, non chiede schieramenti. Vince, lavora, tace quando serve. E in un Paese stanco di conflitti permanenti, questa postura pesa più di qualsiasi discorso.
Il sondaggio certifica proprio questo: Sinner è percepito come un simbolo nazionale “pulito”, non ideologico, non aggressivo. Un’Italia che funziona senza bisogno di urlare. Ed è qui che il confronto con la politica diventa inevitabile.
Meloni seconda, ma il divario pesa
Il 25% raccolto da Giorgia Meloni non è un insuccesso. È la conferma di una leadership riconosciuta da una parte ampia del Paese. Ma il confronto con Sinner evidenzia una frattura profonda: la popolarità politica resta confinata, mentre quella simbolica dello sport travalica ogni recinto.
La distanza non misura la forza del governo. Misura il bisogno di identificazione emotiva. E oggi quella identificazione passa più facilmente da un campo da tennis che da Palazzo Chigi.
Mattarella terzo, il ruolo della garanzia
Al terzo posto compare Sergio Mattarella con il 12%. Una percentuale coerente con il suo ruolo istituzionale. Il presidente della Repubblica non compete sul piano carismatico, ma su quello della stabilità. Il suo consenso non è emotivo, è rassicurante.
Il dato conferma come la funzione di garanzia resti riconosciuta, ma difficilmente diventa oggetto di entusiasmo. Mattarella rappresenta l’equilibrio, non l’aspirazione.
La sorpresa Gianotti e l’Italia che non fa rumore
Il quarto posto è quello che sorprende davvero. Fabiola Gianotti, direttrice del CERN di Ginevra, raccoglie il 4%. Una percentuale apparentemente contenuta, ma simbolicamente potentissima.
La sua presenza in classifica segnala un’Italia che riconosce valore alla competenza scientifica, alla ricerca, al prestigio internazionale costruito lontano dai riflettori. È un consenso silenzioso, ma profondamente significativo.
Cultura pop in chiusura, ma non scompare
A chiudere la graduatoria c’è Lucio Corsi con il 3%. La musica e la cultura restano presenti, ma non dominanti. Offrono ancora interpretazioni dello spirito del tempo, ma con un impatto più limitato rispetto allo sport e alle figure istituzionali.
È un segnale chiaro: oggi la rappresentatività passa da risultati concreti e riconoscimento globale più che dall’esposizione mediatica.
Un’Italia che cerca simboli non divisivi
Nel complesso, il sondaggio racconta un Paese che nel 2025 tende a riconoscersi in figure che uniscono, non che separano. Sport e scienza superano la politica nella capacità di generare consenso trasversale.
Il primato netto di Jannik Sinner non è uno schiaffo alle istituzioni. È una fotografia. E come tutte le fotografie riuscite, dice qualcosa che forse non tutti sono pronti ad ammettere.
