
Quando si legge che Jannik Sinner ha comprato casa con un mutuo, la reazione istintiva è sempre la stessa: incredulità. Perché uno dei tennisti più pagati al mondo, con guadagni milionari tra premi e sponsor, dovrebbe indebitarsi per acquistare un immobile?
E invece è proprio qui che la notizia diventa interessante. Perché dietro la scelta di Sinner non c’è alcun problema di liquidità, ma una strategia finanziaria precisa, studiata e perfettamente coerente con il modo in cui i grandi patrimoni vengono gestiti oggi.
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Il caso Sinner: due immobili di pregio e un mutuo da circa 4 milioni
Secondo quanto ricostruito, Jannik Sinner avrebbe acquistato due immobili di alto livello a Milano, finanziando l’operazione attraverso un mutuo da circa 4 milioni di euro. Il dettaglio più rilevante, però, è un altro: l’operazione non è stata fatta come semplice persona fisica, ma tramite una società.

Questo passaggio cambia completamente la lettura della notizia. Non siamo davanti a un campione che “non vuole o non può pagare cash”, ma a una scelta di architettura patrimoniale, sempre più diffusa tra imprenditori, sportivi e grandi investitori.
Perché i ricchi usano il mutuo (anche se potrebbero pagare subito)
Il punto centrale è uno: avere liquidità non significa doverla immobilizzare. Anzi. Nei grandi patrimoni, il contante viene considerato una risorsa da far lavorare, non da bloccare.
Usare il debito – se sostenibile – consente di:
– mantenere capitale libero per altri investimenti;
– migliorare la diversificazione del patrimonio;
– ridurre il rischio di concentrare tutto su un solo asset;
– sfruttare leve fiscali e finanziarie legittime.
In altre parole: il mutuo non è visto come un peso, ma come uno strumento.
Il ruolo della società: protezione e pianificazione
Uno degli aspetti più interessanti dell’operazione riguarda proprio la costituzione della società utilizzata per l’acquisto. Come spiegano gli esperti di fiscalità immobiliare, questo passaggio non è quasi mai isolato, ma fa parte di un disegno più ampio.
Lo strumento societario permette infatti di:
– separare il patrimonio immobiliare dalla persona fisica;
– aumentare la protezione patrimoniale in caso di controversie o rischi futuri;
– migliorare la governance degli asset;
– pianificare nel lungo periodo, inclusa la gestione generazionale.
Per un atleta giovane, con una carriera ancora in piena evoluzione, questa impostazione è tutt’altro che casuale.
Il vantaggio fiscale: costi, interessi e ammortamenti
C’è poi un aspetto spesso ignorato dal grande pubblico ma centrale per chi ragiona in termini di numeri: la fiscalità.
Quando un immobile viene acquistato tramite una società e destinato a produrre reddito, è possibile:
– dedurre i costi di gestione;
– dedurre gli ammortamenti dell’immobile;
– dedurre gli interessi passivi del mutuo;
– ottimizzare il carico fiscale complessivo attraverso Ires e Irap.
È una differenza enorme rispetto all’acquisto “privato”, dove gran parte di questi vantaggi non esistono.
Un modello sempre più comune tra vip e grandi patrimoni
Il caso Sinner non è un’eccezione. Anzi. È sempre più frequente vedere personaggi molto ricchi ricorrere al mutuo anche quando non ne avrebbero bisogno.
Il motivo è semplice: il debito buono, se usato con criterio, permette di crescere più velocemente, di proteggere meglio ciò che si possiede e di non immobilizzare capitale che può rendere di più altrove.
È la stessa logica con cui operano fondi, holding e grandi investitori. Cambia la scala, non il principio.
Il mutuo come scelta intelligente, non come necessità
La storia della casa di Jannik Sinner racconta molto più di una semplice compravendita immobiliare. Racconta come oggi viene gestito il denaro ai livelli più alti.
Non si tratta di “avere abbastanza soldi”, ma di usarli nel modo più efficiente possibile. E in questo senso, il mutuo – per chi può permetterselo – non è un segnale di debolezza, ma di pianificazione.
Esattamente il contrario di ciò che, a prima vista, sembra incredibile.
