Vai al contenuto

Chi è Abdul Ghani Baradar: ritratto del leader dei talebani “graziato” dagli Stati Uniti tre anni fa

16/08/2021 10:45 - Aggiornamento 16/08/2021 10:55

Chi è il mullah Abdul Ghani Baradar, il leader dei Talebani, che nel 2018 è stato liberato dalla custodia del Pakistan su richiesta degli Stati Uniti. Dietro la presa dei miliziani di Kabul c’è lui, che trionfale ora rientra in Afghanistan. “Vincitore indiscusso della guerra dei 20 anni”, come scrive il “Guardian” che ne traccia un ritratto preciso. Un «regalo» degli Usa, per alcuni, nonostante le forti implicazioni di questi con i fatti dolorosi dell’attentato dell’11 settembre. Il suo ritorno al potere, come si legge nell’articolo che porta la firma Julian Borger, «incarna l’incapacità dell’Afghanistan di sfuggire alle sanguinose catene del suo passato». 

leggi anche l’articolo —> Guerra in Afghanistan, quanto ha speso l’Italia: in vent’anni gli Usa un trilione di dollari

Baradar chi è

Chi è Abdul Ghani Baradar, il leader dei Talebani “graziato” dagli Usa tre anni fa

Nato nella provincia di Uruzgan nel 1968, Baradar ha combattuto nei mujaheddin afghani contro i sovietici negli anni ’80. Dopo la cacciata dei russi nel 1992 e il paese cadde in una guerra civile tra signori della guerra rivali, con Mohammad Omar (suo presunto cognato), ha fondato i talebani, un movimento guidato da giovani che miravano (e vale ancora oggi) alla purificazione religiosa del Paese e alla creazione di un Emirato. Come scrive Borger sul “Guardian”, i talebani sono “alimentati dal fervore religioso (…), sono saliti al potere nel 1996 dopo una serie di straordinarie conquiste di capoluoghi di provincia che hanno colto di sorpresa il mondo. Proprio come il movimento ha fatto nelle ultime settimane. Baradar, il vice del Mullah Omar che era ampiamente ritenuto uno stratega molto efficace, fu un artefice chiave di quelle vittorie”.

Difatti Baradar ha svolto una serie di ruoli militari e amministrativi nel regime quinquennale dei talebani. Quando gli Stati Uniti lo hanno estromesso, era vice ministro della difesa. Si legge sempre sul “Guardian” che durante i 20 anni dell’allontanamento forzato dei talebani, Baradar “aveva la reputazione di essere un potente capo militare e un sottile politico. I diplomatici occidentali arrivarono a vederlo come l’ala della Quetta Shura, la leadership raggruppata dei talebani in esilio, che era più resistente”. Baradar irriducibile nel 2009 ha dichiarato: «La storia dell’Afghanistan mostra che gli afgani non si stancano mai di lottare finché non hanno liberato il loro paese. Continueremo la nostra jihad fino all’espulsione del nostro nemico dalla nostra terra».

Baradar

La cattura a Karachi nel 2010, poi la liberazione

Nel 2010 Baradar è stato arrestato dalle forze di sicurezza a Karachi, in Pakistan. “La sua cattura è stata principalmente istigata a causa del suo ruolo nella guerra, piuttosto che per la probabilità che avrebbe improvvisamente fatto la pace”, ha detto un ex funzionario. “Il fatto è che i pakistani lo hanno tenuto stretto per tutti quegli anni in gran parte perché gli Stati Uniti glielo hanno chiesto”. Dichiarazioni riportate dal giornale britannico, che rimarca il ruolo strategico del leader dei miliziani. “Baradar ha firmato l’accordo di Doha con gli Stati Uniti nel febbraio 2020, in quello che l’amministrazione Trump ha salutato come una svolta verso la pace, ma che ora sembra una semplice tappa verso la vittoria totale dei talebani”, conclude Borger. Leggi anche l’articolo —> Kabul nelle mani dei talebani, le donne in pericolo: la lista nera delle ragazze nubili

Baradar chi è